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Libro interessante, Antonio Socci sicuramente non racconta castronerie alla Dan Brown. Letto in pochi giorni. L'idea di partenza è più che buona ma la trama è forse un po' leggera e oso dire scontata. Ha toccato alcuni temi tipo: anticristo, complottismo… mi sarebbe piaciuto più coraggio. Ma forse sarebbe diventato un libro storico-religioso e non un romanzo. Lo consiglio per chi non è critico a priori con la Chiesa, ma anzi è disposto a interrogarsi senza preconcetti sulle radici cristiane della nostra società.
una triste apologia di una chiesa medioevale intollerante, ottusa e superstiziosa. personaggi irreali che predicano, dando per scontati, valori fortunatamente superati dalla razionalità. il trionfo di una teocrazia obsoleta e antistorica. Socci probabilmente sarebbe considerato integralista anche da un medio credente illuminato e di buon senso.
E' un buon romanzo anche se vive di luce riflessa. La trama non è molto convincente e senza quegli "agganci" alla Valtorta la storia non sarebbe decollata. Sinceramente preferisco il Socci saggista.
Recensioni
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Roma. È una bellissima giornata di maggio del 2015 e, come ogni giorno, don Michele si trova nel confessionale, a disposizione di tutti i fedeli che sentano il bisogno di purificarsi dai propri peccati. Un uomo si avvicina e, dopo aver confessato le sue colpe, rivela al prete un terribile segreto che riguarda il Vaticano: qualcuno gli ha chiesto di rubare dei documenti importantissimi e ora lo sta ricattando. Si tratta delle lettere in cui nel 1949 la mistica Maria Valtorta aveva indicato a Pio XII il luogo esatto della sepoltura di San Pietro. La tomba del successore di Cristo potrebbe non essere sotto la basilica vaticana come si crede da sempre? Che importanza potrebbe avere per i cristiani questa rivelazione qualora fosse vera? Nessuna in termini di fede. Molta invece per il potere temporale della Chiesa. Una verità troppo scomoda per essere divulgata, un segreto inconfessabile che potrebbe determinare la fine del papato e di tutte le gerarchie ecclesiali. Per questo forse, di lì a pochi giorni, l’uomo del confessionale viene ucciso, mentre proprio a Don Michele è affidato l’incarico di svolgere indagini più approfondite e scoprire quali misteri nascondono le carte trafugate.
A complicare l’intricata vicenda, l’improvvisa morte del Papa in carica: fra le due maggiori fazioni presenti in Vaticano, l’una favorevole all’eliminazione del papato, l’altra fedele alla dottrina originaria, si crea una frattura insanabile. Ne nasce una guerra intestina, una lotta contro il tempo prima che il Conlcave abbia inizio e tutto sia perduto, una battaglia all’ultimo sangue che assume i colori di un thriller appassionante. Riuscirà Don Michele a risolvere il mistero e a far trionfare la verità?
Il nuovo libro del giornalista e sociologo Antonio Socci si intitola I giorni della tempesta. Ma a che tipo di tempesta si riferisce l’autore? Poiché da quando la Chiesa esiste è stato un susseguirsi di metaforiche tempeste, di scandali e intrighi; si può anzi dire che l’essenza stessa della Chiesa come istituzione risiede nella sua perpetua lotta contro i nemici - esterni e interni – che di volta in volta ne minacciano l’esistenza, nella strenua difesa di un primato sempre più precario e vacillante. Stavolta però le minacce sono davvero forti, costituiscono un pericolo serio proprio perché provengono dall’interno. Siamo vicini alla fine?
In fondo è questa la domanda sottesa al libro di Socci. Tuttavia, diversamente da quanto ci si aspetterebbe conoscendo l’autore, la sua scrittura non assume né i toni di un saggio né quelli di un “libro-inchiesta”. Se è vero che per chi scrive la scelta stilistica è fondamentale, a maggior ragione lo è quando si devono affrontare questioni delicate, e, in questo caso, l’abilità dello scrittore sta tutta nella scommessa sulla forma: per parlare di scottanti verità nascoste fra i palazzi vaticani Socci si serve infatti della finzione romanzesca, un modo altro e del tutto nuovo per lui, che gli permette però di trattare argomenti attualissimi e presenti pur prendendo le distanze dal momento presente (la vicenda è ambientata in un futuro prossimo); di inventare personaggi e situazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà e che pure parlano della realtà. Cosa c’è infatti di più verosimile e attuale di uno scandalo che coinvolge il Vaticano, di carte segrete sottratte ai legittimi proprietari o di istituzioni fatiscenti?
Scrivere “una storia in forma letteraria”: è chiaro che si tratta di una scommessa che Socci ha lanciato in primo luogo a stesso e poi ai lettori. L’ha vinta?
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