Nel corso della sua carriera Stan Levey collaborò con Peggy Lee, Ella Fitzgerald, Bobby Darin e molti altri cantanti e con le big band di Benny Goodman, Woody Herman e Stan Kenton. Date queste premesse, nessuno può stupirsi del fatto che sia stato uno dei musicisti più presenti nelle sale di registrazione di Los Angeles per molti anni. In ogni caso, Levey si è conquistato un posto di rilievo nella storia del jazz soprattutto per aver collaborato con Charlie Parker e con Dizzy Gillespie, le stelle più luminose del bebop. Batterista autodidatta che suonava sulla sinistra pur essendo destro, Levey era ancora poco più di un ragazzo quando iniziò ad attirare l’attenzione degli addetti ai lavori grazie alla facilità con cui sapeva reggere anche i tempi più scatenati e gli elaborati accenti dello stile che andava di moda in quegli anni. Grazie alla collaborazione con Gillespie e Parker, Levey si mise in luce anche per essere con il pianista Al Haig uno dei due soli musicisti bianchi in formazioni composte per il resto interamente da neri, un fatto tutt’altro che frequente nel panorama musicale americano degli anni Quaranta. Stan Levey nacque a Philadelphia il 5 aprile del 1926. Figlio di un impresario di pugilato, il giovane Stan iniziò a dedicarsi sia alla boxe sia alla batteria e per diversi anni portò avanti entrambe le carriere. Per fortuna, la boxe – sport nel quale si era rivelato tutt’altro che eccezionale – lasciò ben presto spazio alla musica, nella quale Levey seppe esprimere tutta la sua personalità artistica. I primi concerti dati con la band di Gillespie e di Parker nel 1945 – quando il bebop era ancora uno stile innovativo e non esente da critiche – gli valsero l’ammirazione di molti addetti ai lavori, ma si rivelarono insufficienti per garantirne il sostentamento. Il grande successo giunse qualche anno più tardi, quando iniziò a suonare con le big band. Dopo aver lavorato per due anni con Kenton, nel 1954 Levey si trasferì a Los Angeles, dove trascorse cinque anni con i Lighthouse All-Stars, la formazione stabile di un celebre locale notturno della città californiana. Levey fu anche molto richiesto negli studi di registrazione, come dimostrano i numerosi album che realizzò al fianco di alcuni dei più grandi jazzisti della sua epoca, tra cui il celebre Fever di Peggy Lee. Inoltre la sua batteria si può ascoltare nelle colonne sonore di centinaia di film e di programmi televisivi, tra cui cinque documentari della Disney di cui compose anche la musica.
Leggi di più
Leggi di meno