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«Non basta sapere di essere male informati, occorre capire in che modo e perché. E la diagnosi comincia da una domanda: cui prodest? A chi fa comodo lasciarci nell'ignoranza, o indurci in errore?»
Ci siamo cascati tutti, nella bufala online, che fosse una storia a sfondo politico o un video di gattini. Ma non è solo colpa nostra: dalle interviste tagliate ad arte ai fotomontaggi, dai codici nascosti ai furti di profilo, fino alle vere e proprie catene di siti create apposta per diffondere disinformazione e lucrare sui nostri peggiori impulsi, gli inganni che riempiono la Rete ormai sono gestiti da professionisti. Per difendercene, dunque, occorre un professionista. Un «debunker», che come un singolare supereroe dei tempi moderni si è scelto la missione di smascherare le false notizie del web e bonificare l'informazione digitale. «Non basta sapere di essere male informati, occorre capire in che modo e perché» scrive David Puente. «E la diagnosi comincia da una domanda: cui prodest? A chi fa comodo lasciarci nell'ignoranza, o indurci in errore?» Da questo primo quesito prende l'avvio un libro che come una storia d'investigazione ci porta nel dietro le quinte delle indagini di un cacciatore di bufale e tra i segreti della manipolazione social. Come si seguono le «briciole» lasciate online dai seminatori di odio per scoprirne l'identità e consegnarli alla polizia? Come si lavora in una rete internazionale di verificatori per proteggere dagli attacchi informatici addirittura l'Unione Europea? E soprattutto, come può ognuno di noi difendersi da chi trama per rubare i nostri dati e trattarci da fessi?
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