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Anno edizione: 2017
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Il sottotitolo in copertina recita: “Il più celebre atto d’accusa contro la Guerra Civile Spagnola” (GCS). Falso: non c’è quasi nulla su GCS: nelle prime 80 pagine (da cestinare) Bernanos, invece di limitarsi ai mulini a vento, come Don Chisciotte, si scaglia contro tutto e contro tutti: monarchia, repubblica, democrazia; contro ricchi, borghesi e poveracci; contro atei, cattolici, ogni altra religione, in un clangore confuso e inane (solo le invettive contro gl’imbecilli hanno senso)! Finalmente spende 10 pagine (104-114) a favore delle 3000 vittime dello squadrismo di Franco nell’isola di Maiorca (poco rispetto alle stragi e brutalità perpetrare in tutta la Spagna). Il resto è un organetto di Barberia che continua a ripetere la stessa musica ad ogni giro di cilindro! Perfino contro Franco e contro i vescovi e il clero spagnolo a favore dei fascisti non ha neppure il coraggio di una condanna sincera e senza appello: si limita a un buffetto sulla guancia! Con uno stile pomposo e petulante: continua a lanciare interrogativi alla platea da cui non viene alcuna risposta perché non c’è audience. Così si da le risposte da solo, in un continuo dibattito a vuoto che termina solo all’ultima pagina (p. 287). Non ha neppur il coraggio di biasimare il figlio che, a 17 anni, indossa l’uniforme della Falange per combattere il governo repubblicano! Lui stesso non nasconde le sue simpatie (almeno nel passato) per il fascismo, dichiarando senza ritegno che i falangisti sono animati da “giustizia sociale”. Se si vuole capire e appurare cose successe nella GCS ci sono fior di tomi che la raccontano: in primis, Homage to Catalonia di G. Orwell e, per citarne alcuni altri: Il Fronte Rosso di Alessandro Barile; Arrigo Petacco, Viva La Muerte; Paul Preston, la Guerra Civile Spagnola; Harry Browne, La Guerra Civile Spagnola; Max Aub, Barcellona Brucia; Pietro Barbieri, Le cause della Guerra Civile Spagnola. E forse il resoconto migliore: Antony Beevor, La Guerra Civile Spagnola.
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