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Anno edizione: 2016
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Il libro narra dell'indagine di una guarda carceraria sull'omicidio di uno dei suoi colleghi, sullo sfondo della seconda guerra mondiale in Giappone. Queste le premesse nei primi capitoli, ma in questo carcere non ci sono solo giapponesi, ma anche coreani che hanno espresso idee contro l'impero giapponese, un équipe medica della più famosa università di Tokyo. Le indagini proseguono e la vicenda si concentra su tre personaggi (come suggerisce il titolo) la guardia che è stata uccisa, il poeta coreano che sa molto di più di quel che sembra, e l'investigatore, che cerca di far luce sui misteri che ci sono all'interno di questa prigione. L'autore è riuscito a far trasparire una bellezza collaterale legata alla poesia, alla musica e alla letteratura, che nonostante gli orrori della guerra e la repressione da parte del governo, sopravvive tenacemente e da conforto anche quando la speranza sembra perduta. Non sono mai stata amante dei libri sulla seconda guerra mondiale, finivano sempre per incupirmi, ma in questo romanzo traspare l'amore e la passione per la poesia, la musica e la bellezza per le arti, nonostante la situazione storica non sia delle migliori. Delicato e profondo, vi lascerà di sorpresa, perchè non tutto è come appare in realtà e la verità ha molte facce.
Spesso, quando si parla della Seconda Guerra Mondiale, si dimentica che essa non è avvenuta solo in occidente. Questo libro ci fa vedere quanto è successo sul territorio coreano, conquistato dai giapponesi. La storia del poeta incarcerato e del suo carceriere è un inno alla libertà, alla patria e ai sentimenti umani, che, nonostante l'ambiente degradante e le dottrine che spesso fanno il lavaggio del cervello, riescono sempre a emergere. L'amicizia che si viene a creare non è convenzionale e tanto meno conveniente. Eppure accade, accade grazie alla poesia e alla magia che da sempre hanno le parole e che faranno tornare a galla l'umanità della guardia, che ha una storia alle spalle davvero dolorosa e desolante. Ogni personaggio, tuttavia, ha una storia dolorosa e desolante; questi sono gli affetti della guerra. Scrittura magnifica e con pochi fronzoli, i temi trattati sono pesanti ma importanti e i personaggi sono ciò che di più bello c'è in questo libro, si passerà dall'odiare la guardai a capirla e poi amarla, molto consigliato se si vuole una lettura che faccia soffrire, ma che doni anche speranza.
A tratti davvero doloroso, un libro poetico e crudele allo stesso tempo. La vicenda si svolge all'interno di una prigione giapponese, nel blocco 3, riservato ai ribelli coreani imprigionati per essersi opposti alla denominazione giapponese, per aver manifestato, ma anche solo per aver scritto poesie in coreano anzichè nella lingua dell'invasore. I prigionieri sono spogliati di ogni loro identità nazionale, il loro nome viene cambiato in un nome giapponese, è vietato scrivere nella propria lingua madre persino le cartoline da inviare ai parenti devono venir scritte in giapponese. Una giovane guardia racconta le vicende di un prigioniero, un poeta e del suo aguzzino, nemmeno poi troppo cattivo alla fine dei conti. Tra poesie nascoste nei risvolti dei vestiti, battaglie di aquiloni, biblioteche segrete sotterranee la vicenda si tinge di nero, c'è un omicidio, un colpevole (?), troppi sospetti. Fuori dalla prigione c'è la guerra, gli americani bombardano, pian piano le bombe cadono anche sulla prigione... Un libro diverso, con un inizio fulminante ed una fine da fiato sospeso. Unica difficoltà, i nomi. Sono prigionieri coreani, con nomi per noi impossibili da ricordare, cui viene dato un nome giapponese, e i due nomi vengono usati alternativamente. Le guardie son giapponesi...insomma, fino a metà libro non riuscivo a ricordarmi nemmeno un nome!
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