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Anni sessanta.Due sorelle,Maria, la ribelle che scappa di casa a 17 anni e Emma la piccola, iniziano la loro storia parallela;le attende una vita dissoluta,fra clandestinità,tragedie e tristezza,sballottate su e giù per la penisola in un viaggio negli anni di piombo italiani, dove fanno da sfondo i tragici eventi di quel periodo.Libro carino si legge volentieri.
Veramente un bel libro. Descrive un periodo doloroso della nostra storia recente, un periodo che io non ho vissuto in prima persona, in quanto nata in quegli anni,(proprio come "Bambino"). Un libro che lascia un segno, che non scorre via in maniera indifferente. LEGGETELO!!!
Bellissimo. Un libro intenso,coinvolgente,offre tanti spunti di riflessioni,ed è impossibile non coglierli e non rimanere attaccati alla pagina fino alla fine del libro. Un racconto stupendo,la guerra di Maria contro la "Famiglia",la guerra di Emma contro la "Famiglia",la guerra di Emma contro Maria e la guerra di Maria contro Emma. Uno stile asciutto ed ironico per una storia profonda e amara.
Recensioni
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«Vorrebbe abbracciarla ma non può. Alla nuova vita è sotteso un regolamento non scritto cui si attiene scrupolosamente. Elaborare i sentimenti, disporli come i fiori nelle aiuole, in un ordine artificiale, prima la rabbia, poi l'amore».
Maria, diciassettenne torinese, al terzo anno di Liceo, vorrebbe, ma non può abbracciare Emma. Sua sorella minore ha ingannato l'ingenua zia Mariuccia per riuscire a raggiungerla. è salita su una corriera per Moncalieri, ha seguito la mappa disegnata su un foglio a quadretti ed ha trovato finalmente il casolare in campagna dove Maria è andata a vivere. Si è presa tanti rischi, anche troppi per una ragazzina di tredici anni, ma quell'abbraccio di cui avrebbe tanto bisogno proprio non vuole arrivare. Non le è concesso, perché le regole tacite della comune in cui Maria è andata a vivere dopo essere scappata di casa, sanciscono l'assoluta subalternità dei sentimenti e delle dimostrazioni d'affetto rispetto all'obiettivo primario della militanza comunista: l'abolizione della società borghese.
Lo scontro è aperto e spietato. L'istituzione da abbattere senza riserve è la Famiglia (scritta con la lettera maiuscola) intesa come organizzazione finalizzata alla perpetrazione delle logiche di produzione capitalistiche: subalternità della donna, dei figli, delle idee, imposizione delle regole di convivenza borghese. La famiglia di Emma e Maria è proprio un esempio classico di istituzione da combattere: il padre ingegnere e dirigente alla Fiat, la madre, nata povera, aspirante Gran Dama di Corte. Ma neanche Sandro, uno dei ragazzi che vivono con Maria nella comune, barbetta incolta e fronte spaziosa, rinuncia alla critica, si sottrae alla lotta, nonostante sua madre sia stata un'eroica partigiana amica di Luigi Einaudi.
La guerra che percorre le pagine di questo appassionante romanzo è l'eterno conflitto generazionale che si ripete da secoli, ma che solo a partire dal Sessantotto ha trovato una sua giustificazione teorica, una sua dignità e anche una forma di organizzazione razionale. I giovani che vivono nelle cascine in collina, che lasciano ciclostili nelle cabine del telefono, che sparano alle gambe dei dirigenti sindacali, pesano come macigni all'interno di famiglie cattoliche, tradizionaliste, reazionarie. I giovani degli anni di Piombo scompaginano equilibri e legami forti di secoli, stravolgono riti consolidati, riempiono silenzi carichi di sussiego con le loro quotidiane rivoluzioni. Maria che si dà alla militanza ed Emma che vive sospesa tra la sua vita di eterna ragazza e il mondo che le rotola intorno, sono entrambe ugualmente sovversive.
Lidia Ravera nel 1976, insieme a Marco Lombardo Radice, scrive il libro che ha segnato una generazione: Porci con le ali, il diario "sessuo-politico" di due adolescenti romani, un manuale di amore e militanza. Rocco e Antonia, i due protagonisti del libro, volevano Il pane e le rose, scriveva in quella storica prefazione Giaime Pintor, volevano un salario dignitoso, ma anche la cultura e l'arte, i cosiddetti "beni voluttuari". Oggi, a distanza di trent'anni, Lidia Ravera porta i suoi adolescenti fuori dal liceo, prima in una città operaia, Torino, e poi nella Milano dell'iper-consumo. Quello che Emma e Maria troveranno al di fuori del "Piccolo Gruppo" è il risultato di menti fervide, di fantasie potenti e fantasmagoriche. è l'esatto contrario di quella sicurezza materiale a cui ambivano Rocco e Antonia, è una guerra immaginaria, idealmente combattuta, magicamente finita.
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