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Libro presentato da Alessandro Barbero nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025
Attraverso le gioie, i drammi e i misteri di una famiglia a lui molto vicina, Perissinotto cortocircuita il presente e il passato, vincendo una grande sfida narrativa e dando forma alla sua idea di letteratura come strumento per sconfiggere l'oblio.
«Un libro per sconfiggere l’oblio, che fruga tra le pieghe più nascoste della Storia.» - iO Donna
Il 18 dicembre 1922 è una delle tante date rimosse dalla memoria collettiva. Eppure, in quel giorno e poi in quello successivo, il Partito nazionale fascista, diventato da poco forza di governo, mette alla prova per la prima volta la propria totale impunità: fa strage di oppositori politici, uccidendone una trentina. Uno di loro, l'operario Pietro Ferrero, viene addirittura legato vivo a un camion e trascinato per le strade fino a che non esala l'ultimo respiro. Tutto questo avviene in una delle città meno fasciste d'Italia: Torino. Quella che va in scena il 18 dicembre 1922 è la "famosa strage di Torino", verrebbe da dire. Peccato che sia tutt'altro che famosa. "Il 18 dicembre del 1922 è iniziata la rovina della mia famiglia e la mia dannazione, anche se allora, ovviamente, non ero ancora nato": a raccontare questa storia è l'ultimo discendente dei Traversa, una famiglia di piccoli industriali che, all'inizio del Novecento, sembrerebbe avviata a un successo inarrestabile, se solo non arrivasse quel maledetto giorno del 1922, se solo gli eventi non la spaccassero in due, tra fascisti e antifascisti, dando inizio a quella privatissima guerra dei cent'anni che il narratore, oggi ottantenne, sta ancora combattendo. E sarà proprio lui, in questa tesa saga familiare, a collocare la "guerra dei Traversa" nelle pieghe meno note della Storia, tra le corsie di un manicomio femminile, i campi di concentramento della Francia meridionale e le bombe blockbuster , sperimentate per la prima volta su Torino e destinate a radere al suolo le città.
Proposto da Alessandro Barbero al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:«La guerra dei Traversa è il conflitto che spacca la famiglia omonima per più di un secolo, e inizia nello stesso anno in cui l’Italia comincia la sua discesa verso la dittatura e poi verso la Seconda Guerra Mondiale: il 1922. È il 18 dicembre del 1922, il giorno della strage di Torino, a segnare lo spartiacque tra un passato di tranquilla imprenditoria e un futuro di rovina economica e morale. In quel giorno, le camicie nere guidate da Piero Brandimarte danno l’assalto alla Camera del Lavoro di Torino e scatenano una furiosa caccia all’uomo nei quartieri operai della metropoli piemontese. I dati ufficiali parlano di undici persone uccise, ma in realtà i fascisti rapiscono, torturano e massacrano una trentina di uomini, i cui corpi vengono gettati nel Po o abbandonati nei boschi della collina. La strage del 18 dicembre investe i Traversa come un cataclisma dal quale neppure le generazioni successive potranno salvarsi. A raccontare queste vicende è un membro della famiglia la cui identità rimane occultata fino agli ultimi capitoli del romanzo: la sua narrazione conduce il lettore attraverso le pieghe della Storia, dalle violenze squadriste ai campi di detenzione per esuli stranieri in Francia, dai bombardamenti aerei sulle città italiane agli interventi dei militari italiani per salvare gli ebrei nella Francia occupata. Fedele al dichiarato proposito di “rammendare la memoria” che guida da tempo la sua scrittura, Perissinotto mescola ricostruzione storica e invenzione, ma rispetto alle sue opere precedenti qui il dosaggio dei due ingredienti cambia: a prevalere è ora il “racconto del vero”. Un “vero” che non perde la sua essenza neanche quando viene trattato come materia romanzesca, e raccontato con il ritmo incalzante del romanziere che cerca di inchiodare il lettore e impedirgli di interrompere la lettura. L’autore utilizza la famiglia Traversa (che, neanche troppo velatamente, è il ramo paterno della sua stessa famiglia) come lente di ingrandimento per l’esame di un passato i cui fantasmi sembrano pronti a riapparire nel nostro presente e nel nostro futuro. Per la trama mai scontata, per le scelte narrative che ne segnano l’architettura, per la cura del tessuto linguistico e per l’ostinata speranza che la letteratura possa funzionare da campanello d’allarme, questo romanzo, a mio avviso, merita la candidatura al Premio Strega.»
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Libro interessante, lo consiglio
La storia della famiglia Traversa, con le sue peculiarità e abitudini, trascinata nella disgrazia dopo i tragici eventi del dicembre 1922 a Torino. La voce narrante è quella del figlio del mio personaggio preferito, che racconta con peculiarità i rapporti e le dinamiche famigliari che si sono intrecciati al Ventennio più buio della nostra Storia.
L'ho comprato pochi minuti dopo aver assistito alla sua presentazione, magistrale, da parte dell'autore. A fine lettura posso dire che mi ha lasciato un po' interdetto. Gli eventi storici citati sono tutti accaduti, le vicende dei protagonisti inventati sono la trasposizione di fatti reali riconducibili alla famiglia dell'autore. Ecco questo passaggio rimane però oscuro, ossia comprendere quanto poi questi, in particolare nell'intreccio e nel finale a sorpresa, corrispondano a situazioni reali e quanto a invenzione. Sono le vicende familiari a spiazzarmi, questa commistione, non esplicitata nel testo neanche in una appendice o in una prefazione a 'disturbarmi'; mi sarebbe piaciuto avere conoscenza più puntuale di quanto frutto di fantasia e di quanto attinente a vicende realmente accadute, anche se poi romanzate e adattare al racconto. La penna è comunque quella di un autore non banale, tutt'altro.
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