Il graphic novel è stato definito da un critico non accomodante come Goffredo Fofi "probabilmente l'unica forma d'arte figlia del nostro tempo e adeguata al nostro tempo" (Tirature '12, dedicato in parte a questo tema). Il suo successo (che raggiunge il 10 per cento della produzione di fiction secondo l'Aie) adesso lo ha spinto fin nei territori dell'infanzia, anche se il fumetto è stato sempre fra le prime letture di bambini e ragazzi, in giornalini, strisce, albi, quaderni. La guerra di Troia è invece un albo illustrato di grande formato, per bambini già alfabetizzati e oltre, che racconta l'Iliade con la tecnica del fumetto mista a brani narrativi come le didascalie, con precisione epico-mitologica, diciamo omerica, con accuratezza dei dettagli, con vivacità narrativa, con illustrazioni che enfatizzano scene, personaggi, volti, sì da non lasciare dubbi all'interpretazione da parte del lettore. Con delicatezza, come quando nel balloon Achille dice a Patrocolo: "Sei più di un amico". Con chiarezza, sottolineando la nascosta ma costante presenza dei potenti (gli dei dell'Olimpo) che intrigano, manipolano e usano gli umani per combattere le loro guerre private, non diversamente, mutatis mutandis, da come avviene oggi; ed ecco spiegato quel sottotitolo sulla guerra "che sempre ricomincia". Pommaux si conferma autore/illustratore eclettico, ma dal segno inequivocabile, sia quando racconta un Cappuccetto Rosso hard boiled o ricostruisce con allegria didattica, senza nostalgie passatiste, Quando non c'era la televisione. Babalibri, che meriterebbe l'Oscar dell'editoria prescolare, contemporaneamente manda in libreria il poetico Anna si sveglia della giapponese Komako Sakai, il divertente Un lupetto ben educato dei francesi Leroy e Maudet, il tenero e soffice Orso ha una storia da raccontare degli americani Stead. Fernando Rotondo
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