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Anno edizione: 2020
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La guerra in casa non racconta soltanto la guerra nella ex Jugoslavia, ma il suo rapporto con noi, vicini e distratti. E lo fa con una struttura inedita, in cui l'anima dello scrittore e quella del giornalista si integrano alla perfezione.
«Se non avete letto questo libro, vi manca una parte fondamentale della letteratura del nostro tempo. Un piccolo capolavoro umanista» – Roberto Saviano
La guerra in casa non racconta soltanto la guerra nella ex Jugoslavia, ma il suo rapporto con noi, vicini e distratti. E lo fa con una struttura inedita, in cui l'anima dello scrittore e quella del giornalista si integrano alla perfezione. Un libro di Storia e di storie. Quella del cecchino, carnefice per eccellenza, che prova, con immensa fatica, a ricominciare a vivere in Italia. L'incubo di Izmet, prelevato dalla polizia di stato un giorno qualsiasi e massacrato perché musulmano. La storia di Sead e Esad, fratelli nemici, e di ciò che hanno visto nei campi di sterminio. La squallida epopea di generali e soldati delle Nazioni Unite, e il fallimento dell'ideologia umanitaria. Ma anche l'accoglienza a Torino di centinaia di profughi e il coinvolgimento appassionato di persone comuni.
Con una postfazione e un aggiornamento storico a cura di Mauro Ravarino.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro decisamente denso di contenuti, di informazioni, di notizie su un argomento di non facile lettura. Efficace la struttura che prevede per ogni capitolo la prima parte più descrittiva basata su un racconto e la seconda di approfondimento 'oggettivo' sullo stesso. Ecco, unica pecca, almeno un paio di capitoli, nella seconda parte, risultato fin troppo dettagliati ossia perdono un po' di interesse per il lettore, andando a scandagliare nei minimi particolari alcuni aspetti prettamente legati alle dinamiche delle organizzazioni che si occuparono degli aiuti umanitari ai profughi. Sicuramente uno dei migliori testi sulla guerra nell'ex-Jugoslavia.
Rastello inizia la pratica del "saputo dalle interviste degli altri", scrive il capitolo sull'uccisione del pacifista italiano avvalendosi del materiale video di giancarlo bocchi, e incontra i partecipanti dell'iniziativa sul ponte quando ormai il libro è in fase di stampa impegnandosi a modificare alcue parti. Il fatto raccontato nel capitolo viene cristallizzato sulla pagina pubblicata e diventa la verità. Il fatto di aver partecipato e dell'esserci stato non ha valore, il protagonista diventa il personaggio utilizzato dall'autore che lo usa a proprio capriccio e piacimento per la sua opera letteraria che spaccia come il racconto della realtà. L'autore dovrebbe riconoscere i limiti del proprio lavoro, e affilare i propri strumenti intellettuali piuttosto che la propria sadica voglia di porre un giudizio inapellabile sull'impegno e l'operare degli altri. Volendo esagerare si potrebbe parlare di onestà intellettuale, ma per non mettere in imbarazzo l'autore lascio perdere. Di quanto scritto mi assumo la responsabilità come lettore del libro e come personaggio raccontato nel libro, nel senso che io c'ero. luigi ceccato
Di fronte a grandi tragedie storiche ed umane, come sono state le guerre jugoslave, c'è chi non vuole sapere, c'è chi si accontenta di sapere il minimo indispensabile e c'è chi non si accontenta del DOVE e QUANDO ma ricerca il PERCHE' attraverso diversi punti di vista (di chi aiuta, di coloro che sono scappati, le responsabilità degli uni e degli altri, le responsabilità della cominità inrternazionale ecc...). Consiglio questo libro a tutti coloro che si sentono partecipi del proprio tempo e in qualche modo "responsabili" per quello che è accaduto ed accade oggi. Le guerre jugoslave per me che vivo sulla sponda "buona" dell'Adriatico rimangono un monito e questo libro uno straordinario documento da leggere e far leggere ... per esempio a scuola?
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