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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2005
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Di suo avevo già letto La Grande Guerra, opera per certi versi interessante, ma viziata da un tono accademico che di certo non consente al lettore di appassionarsi e di sentirsi partecipe. Anche questo libro (Le guerre degli italiani Parole, immagini, ricordi 1848 - 1945), presenta il medesimo difetto che, pertanto, deve ritenersi congenito; non si pretende che abbia il carisma di Denis Mack Smith o le capacità di attrarre di Alessandro Barbero, ma resta il fatto che fra il sapere e il diffondere questo sapere spesso resta un abisso; nella circostanza, poi, l'impostazione dell'opera, che pure è interessante, appare dispersiva, perché il raccontare dei conflitti che hanno caratterizzato l'Italia di circa un secolo non avviene secondo un ordine cronologico, bensì sulla base delle tipologie delle testimonianze storiche, e cioè, e solo per citarne alcune, i proclami, i quotidiani, la corrispondenza dei militari e i nomi delle vie. Non c'è dubbio che questa strutturazione sia assai originale, ma presenta anche lo svantaggio che può, e sovente ci riesce, disorientare. Ne esce un quadro del tutto particolare, il risultato dell'esatto incastro dei numerosi e variegati pezzi di un grande puzzle, in cui c'è di tutto: retorica e cattivo gusto, esaltazione e scoramento, fatica e dolore, tanto dolore. Oserei dire che Isnenghi più che impegnato a parlarci delle tante, troppe guerre che hanno visto coinvolto un popolo come il nostro che si atteggia a pacifico, ha inteso fare una ricerca sociologica per comprendere e descrivere l'atteggiamento degli italiani nei confronti della guerra. In questo senso l'impostazione è quella giusta - e non avrebbe potuto fare altrimenti - e l'opera assume un valore del tutto particolare per conoscere come eravamo, come siamo e forse come saremo. In tal caso il risultato cambia e diventa più che apprezzabile, tanto da consigliarne vivamente la lettura, pur con i limiti dianzi precisati del tono accademico utilizzato.
Ritengo Isnenghi uno dei migliori storici italiani. E anche questo libro me lo conferma, libro strano, se vogliamo, un libro di storia un po' atipico. Perché l'Autore divide i 100 anni che vanno dal 1848 al 1945, gli anni delle guerre italiane, in capitoli che riguardano i discorsi, i proclami, i canti, le immagini, la stampa, la letteratura, l'arredo urbano.
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