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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2005
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Pubblicato a Parigi nel 1836, questo documento raccoglie le "ultime parole dell'Imperatore".
L'imperatore, confinato a Sant'Elena, fiaccato nel corpo e nell'anima, ma ancora straordinariamente lucido, detta al fedele Marchand il suo testamento politico, ricostruendo l'intera vicenda umana di Giulio Cesare: dalla guerra gallica al confronto finale con i suoi assassini. L'Empereur riflette sull'Imperator vittima di una congiura; entrambi hanno raggiunto l'apice del potere per poi essere sconfitti dalla storia, ma con la differenza - segnalata da Luciano Canfora nella sua Introduzione - che l'uno proveniva dal cuore dell'aristocrazia romana e l'altro era stato spinto in alto dalla Rivoluzione. La campagna di Gallia rappresenta il primo momento di identificazione di Napoleone con Giulio Cesare: è l'episodio che prepara la strada alla conquista del successo e Bonaparte lo associa alla sua campagna in Italia. Così nella "dittatura democratica" di Cesare, Napoleone ravvisa l'antecedente del tipo di potere da lui instaurato e che da lui prenderà nome: bonapartismo.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Opera che rileva la passione di Napoleone Bonaparte per Giulio Cesare. Da leggere per conoscere la scienza della guerra di Napoleone
La lucida analisi di un grande stratega militare sulle imprese di un altro grande stratega militare. Si tratta di un taccuino dettato da Bonaparte nell'ultima fase della sua prigionia a Sant'Elena quando, sentendo il bisogno di tirare le somme, si misura nella disamina delle scelte strategiche, tattiche e logistiche di Cesare, ipotizzando, come in una sorta di postremo wargame, il modo in cui si sarebbe potuto migliorarle. Va da sé che l'autore rivede in controluce se stesso nel dittatore romano: nondimeno l'analisi è documentata, acuta e puntuale. Gli appassionati di storia militare, o delle biografie di uno di questi due grandi personaggi, avranno da trarre qualche ora di godimento. Segnalo in aggiunta la preziosa introduzione di un classicista di prim'ordine qual è Luciano Canfora.
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