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scheda di Alleva, El., L'Indice 1996, n.10
L'immagine che viene alla mente quando si pensa a un bosco è spesso irreale: è idea che nasce dal bosco delle favole, dai poemi cavallereschi. L'ambiente impresso nell'inconscio dell'uomo non è tanto la fitta e buia foresta, quanto un terreno leggermente mosso su cui troneggiano radi e maestosi alberi ben leggibili nei loro contorni - nella loro forma libera e perfetta che non ha mai conosciuto il taglio della motosega. Questo bosco dei desideri si ritrova nella realtà di un ambiente alpino finora poco esplorato dalla letteratura naturalistica: in quel panoramico bosco-parco d'alta quota che costituisce la cosiddetta "zona di tensione", di transizione tra il limite superiore del bosco montano e la cima spoglia delle montagne più alte. Qui sopravvivono comunità di alberi centenari adagiati su un verde tappeto di fitto sottobosco, che non costituiscono una realtà originaria, ma sono prodotto di una lunga serie di modificazioni dell'ambiente ad opera dell'uomo, teso a creare sempre nuove superfici pascolative. Protagonista del volume, vincitore del premio "Libro di montagna" (Itas 1996), è proprio questa fascia ambientale, che inizia intorno ai 1500-2200 metri di altezza e arriva ai consorzi di arbusti nani delle vette.Partendo dalla storia geologica e dall'evoluzione della flora delle Alpi, dallo sviluppo degli ecosistemi e dall'ecofisiologia della vegetazione locale, gli autori arrivano a illustrare le bellezze naturali alpine come monito alla salvaguardia del patrimonio boschivo italiano.
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