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«Dipingo tutto il giorno perché questo è ciò che il pittore deve fare. Non chiedetemi però di descrivere le mie opere. Non sono capace. Non mi piace parlare di me. Mi imbarazzo e penso che sarei noioso. Quello che c’è da capire è nei segni e nei colori. Io sono loro. Io sono il flusso che scorre inarrestabile. Il caos delle emozioni e il cuore che pulsa. Le mani che accarezzano il corpo. La gioia, la rabbia, l’amore. La malinconia dell’esistenza che sfugge. Raccolgo i frammenti abbandonati. A volte li rubo. Sono foglie, fiori, petali colorati. Stami, pistilli, pollini profumati. Cellule, molecole, corpuscoli. Semi fecondi. Corpi accoglienti. L’abbandono totale al ciclo della vita». Gustav Klimt. La bellezza assoluta di Otto Gabos è la graphic biography dedicata al pittore austriaco, che viene presentato con dei ritratti molti vivi, sia nella vita intima, sia nella produzione artistica. Un grande rubacuori – o meglio dire spezzacuori – che ritrasse gran parte della borghesia austriaca e si infatuò di molte nobildonne come: Katia, Anna, Sophia, Helene, Jutta, Chloe, Consuelo, Christa, Rita, Miriam, Johanna, Benedicta, Nadja, etc. Si dice che abbia avuto tra gli 11 e i 14 figli da relazioni clandestine, estemporanee o ignote. Il volume è molto curato che si focalizza in particolare con la storie tormentata che Klimt ebbe con Emilie Floge. Di pregio anche gli autoritratti che Gabos riporta in sequenza nella graphic. Quest’opera rappresenta un dittico, preceduto da un’altra graphic biography che l’autore ha dedicato a Egon Schiele, che ovviamente ho già prenotato in biblioteca.
Un piccolo romanzo grafico visto qui e circondato da complimenti. Klimt è una nostra passione da tanti anni, è un pittore che abbiamo conosciuto attraverso diversi testi tradizionali. Vederlo su una graphic novel doveva essere un'esperienza fulminante e coinvolgente data dall'unione del disegno e della parola. Purtroppo la scintilla non si è accesa. Il lettore è rimasto inerte e confuso, deluso ed amareggiato della sua incapacità di creare empatia con il libro. Perché? Proviamo a dirvelo sul blog con una piccola finestra introspettiva.
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