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Non e' certo una biografia. Una sorta di intervista che intercetta quelle che sono le tematiche piu' care a Dacia. Estrinsecare concetti, criptici per molti, con disarmante semplicita' lessicale. Questa e' l'arte della scrittrice. Una dialettica precisa che non lascia adito ad interpretazioni. Una capacita' unica nel panorama degli scrittori e giornalisti italiani. Un'affermazione concreta, quella di Dacia, attraverso il teatro, la drammaturgia e il giornalismo, che rifugge e rinnega una limitazione della liberta' dell'essere umano. Pensiero maturato in gioventu' dopo che i suoi genitori rifiutarono, non per ideologia, l'adesione alla Repubblica di Salo' in quel di Brescia. Eterna contestatrice, forse diretta discendente della 'progenitrice' Eva; adora il pensiero incondizionato estrinsecandolo in varie specialita' artistiche. L'intervista di Paolo Di Paolo offre ricchi spunti per meglio comprendere cosa ha condizionato l'escursus della carriera della scrittrice. Pleonastico affermare che meglio sarebbe leggere tutte le pubblicazioni di Dacia, per comporre, in una sorta di "puzzle", quella che e' la grande ricchezza di un'artista che ha messo nero su bianco tematiche che altri, in altri tempi, avrebbero avuto timore di raccontare. Il dolore che si prova, quando gli affetti piu' cari vengono toccati, e' una delle stazioni che malvolentieri l'individuo deve attraversare. Importante e' non fermarsi e, con la forza della vita, passare a quella successiva. Una premonizione forse.
Un bellissimo libro. Come di consueto un "racconto" della maraini è un tuffo senza a braccia aperte nella realtà. Una storia coinvolgente e sincera arricchita da una splendida intervista di paolo paolo. Nella seconda parte due generazioni che si confrontano su temi attuali e che ormai pochi tendono a svelare con sincerità e passione. Davvero un ottima lettura.
Quello che mi rimane dopo averlo letto e rileggendolo è la sensazione di aver ascoltato una persona di grande cultura e di pensiero attenta sempre ad aprire mente e cervello piuttosto che a chiuderli dentro gli spazi angusti e poveri dei pregiudizi e delle piccolezze d'animo. Queste riflessioni sulla morte-argomento difficile e non tanto praticato- sul viaggio e sul senso che ne dà sulle guerre e sulla letteratura e il suo ruolo arrivano da una donna che ha letto libri tutta la vita e che ha sperimentato in prima persona tutta la diversità delle esperienze dell'esistenza, quindi è con profonda verità che vengono trasmesse a noi lettori. Di D Maraini mi colpisce sempre e sempre mi ha colpito la estrema pacatezza e moderazione con cui offre le sue riflessioni anche le più amare e dolorose quasi potessi sentirne la voce mentre le racconta. e un senso quasi intoccabile di curiosità e rispetto per la vita nonostante perdere i nervi tra tuto quello che succede sarebbe persino lecito. lei no. racconta da tutta la vita storie e questa è un pezzo della sua, privilegiata certo negli incontri e nelle esperienze ma anche toccata dalla sua sensibilità. E' un libro di grande spessore che rivela parti e pezzettini di una persona che in Italia meriterebbe di amministrare la cultura e che mi sorprende sempre per i toni da conversazione impegnata che riesce a mantenere anche discutendo delle mille cose brutte di questi giorni e di questa terra...è un merito non lasciarsi prendere da facile intolleranza e insofferenza ma piuttosto impegnarsi cocciutamente a capire sempre il perchè delle cose. solo così forse si può metterci mano.
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