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Una stella in più rispetto alla mia precedente recensione basata sulla lettura di alcuni racconti in lingua originale. Sorprendente il racconto del nostro Lastrucci, storia breve, decisamente icastica e di potenza immaginifica ed allusiva, stavolta sorvolo sullo stile per me troppo immediato e moderno, perchè il racconto è di eccellente sostanza. Notevole anche il racconto-saggio di Torello. "Una strana storia dell'arte", un percorso macabro e allucinante all'interno di un particolare museo, ottime le opere proposte, da Alfred Kubin e la sua mostruosa piovra, sino a Sidney Sime, Virgil Finlay, Korzhev, H.R. Giger, Beksinski, etc. Buono ed onesto intellettualmente il breve saggio su Crowley, mentre le due brevi storie del mago inglese a tema magico e occulto, difettano in stile e qualità delle trame. Stucchevole l'invettiva lanciata contro il grande poeta, fine intellettuale e colto esoterista bianco, l'irlandese W.B. Yeats, suo rivale all'interno della Golden dawn (l'esatto opposto di Crowley). Interessante il racconto di Francis Stevens, buona l'atmosfera e intrigante la trama dal sapore celtico. Fiacca invece la storia di E.L. White (avevo letto un'altro suo racconto in inglese - sorry...). Infine in merito al racconto di Fawver, (interessante l'inizio, poi la storia gradualmente perde in efficacia e credibilità), penso che l'autore si sia ispirato per quanto riguarda queste sfere rotolanti e aliene, ad un paio di straordinarie CENTURIE di Giorgio Manganelli (centuria 75 e 86), con la differenza che due pagine appena di Manganelli, valgono per stile, atmosfera e immaginazione, a cento racconti come quello di Fawver. Invito i lettori più curiosi a verificare di persona.
Una stella in più rispetto alla mia precedente, ma parziale recensione. Una in più per l'ottima storia del nostro Lastrucci, racconto breve potente e icastico, puro weird, e stavolta sorvolo sullo stile per me troppo immediato e moderno, perchè questa storia ha sostanza. Notevole anche il lavoro di Torello "Una strana storia dell'arte" (prima parte), ottime e davvero inquietanti le creazioni artistiche proposte, dal grande Alfred Kubin sino a Sime, Finley, Korzhev, Beksinski e Giger, stupende fantasmagorie d'incubi e visioni; il tono narrativo è un pò troppo leggero e colloquiale, ma anche in questo caso c'è parecchia sostanza. Buono il racconto di Francis Stevens (Gertrude B. Barrows), "La trappola degli elfi" del 1919, anche se è azzardato il paragone che fa la traduttrice con il capolavoro di Machen, "Il popolo bianco". Un pò fiacco invece "Le voci" di E.L.White, (avevo letto in inglese un altro suo racconto - sorry...), Poi due racconti brevi di Crowley (intellettualmente onesta e precisa la presentazione del curatore e traduttore Andrea Morandi), due storie dell'occulto, macabre, colme di evocazioni sulfurre, malefici e robaccia simile, ( Crowley scrisse che era tutto vero, in merito al racconto "Al crocevia delle strade", io non lo metto in dubbio,di certo non c'è di che rallegrarsi...), scarne di trama e esecrabili stilisticamente. E dire che il nostro "gentiluomo", si atteggiava a poeta, permettendosi di farsi beffe di un grande poeta, artista e intellettuale come W. B. Yeats, suo nemico all'interno della Golden dawn. E per finire la bizzarra storia di K. Fawver, "La convessità dei nostri figli"; all'inizio mi aveva parecchio intrigato, poi man mano si perde, cala d'intensità e credibilità, a volte rasentando il ridicolo. L'idea di queste sfere rotolanti e saltellanti non è affatto nuova, andate a leggere due superbe Centurie (75 e 86) di Giorgio Manganelli e vedrete che differenza, due microracconti di una pagina, che valgono cento storie come questa.
Tranne il racconto di Lastrucci (vincitore dell'ultima edizione del premio hypnos), sono riuscito a trovare in rete tutte le storie in lingua originale di questo numero della migliore rivista italiana di letteratura weird e fantastica. Buono ma non eccellente il racconto di Francis Stevens (pseudonimo di Gertrude B. Bennett), classica storia ambientata in campagna, un tetro bosco e un oscuro piccolo villaggio zingaro di baracche fatiscenti, un misterioso diario e il mito del fatale regno fatato. Decisamente migliore la storia di E.L. White, autore di prim'ordine, purtroppo ignorato dalla nostra editoria di genere, (qualche hanno fa uscì per la Dagon Press, una delle sue due raccolte di racconti, "Lukundoo e altre storie", purtroppo in edizione limitata e a prezzo inaccessibile). Il racconto di K. Fawver, vincitore nel 2018 del premio dedicato a Shirley Jackson, è più affine alla fantascienza, l'idea di base è buona, anche se non originalissima, ma lo stile è decisamente piatto e lo svolgimento della trama un pò stucchevole, in particolare nella seconda metà della storia (a volte rasentando il ridicolo, vedi TAPIS-ROULANT etc...). Strana invece, per una redazione così esperta e competente, la scelta di inserire due racconti di A. Crowley, personalmente ho sempre paragonato i suoi racconti e novelle (non i trattati di magia, anche se ci sarebbe molto da dire in merito...), ai suoi pessimi quadri, brutti oltre ogni dire, privi di stile e bellezza artistica. "La violinista" in particolare è dedicata ad una delle sue DONNE SCARLATTE e schiave sessuali, L.Weddel, che in effetti suonava il violino ed era una strega e maga proprio come il suo mentore, alcune di queste donne a cause delle pratiche magiche e sessuali a cui venivano sottoposte, decisero di suicidarsi...Decisamente migliore il volume precedente, così come le prime quattro uscite, un pò sottotono i numeri 5,6 e 7, in ogni modo sosterrò sempre questa rivista e il lavoro che c'è dietro, tutta la mia stima ...
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