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Undicesimo numero di "Hypnos, rivista di letteratura weird e fantastica", rivista che raccoglie racconti che spaziano dalla fine ottocento ai giorni nostri. Negli ultimi anni mi sembra che la casa editrice si stia indirizzando soprattutto verso il "modern weird" e ciò non fa che farmi rammaricare, essendo maggiormente interessato alla riscoperta di autori passati (ma è una questione di gusti personali). Come nei precedenti numeri della rivista, anche in questo non mancano titoli molto interessanti, alternati ad altri di minore qualità. Fra tutti spicca “Lui - Racconto di uno Sconosciuto” di Leonid Andreev anticipato da un interessante studio sul weird russo.
Hypnos stupisce ad ogni numero. Splendida rivista weird non delude mai. Anche in questo numero presenta uno straordinario mix di letteratura classica e contemporanea. Ma il meglio è la parte informativa con articoli e recensioni approfonditi e curati. Meravigliosa la serie di articoli sull'arte disturbante. Unica pecca la periodicità, lenta di suo e non sempre rispettata.
Non avevo ancora sentito parlare di Mark Samuels, autore del racconto di apertura “Le Mani Bianche” (2003); una storia di ossessione e possessione che dimostra come la struttura classica di un racconto gotico possa farsi specchio delle malattie del presente. “Il Tango è uno Stregone” di Livio Cazzulani porta il lettore nelle milonghe clandestine durante l’Argentina di Videla, iniziandolo ai rituali del tango e al suo significato più poetico e crudo. E’ una storia che procede per movimenti ampi ed eleganti, che nonostante le immagini tristi e disturbanti di cui è punteggiata congiura un’atmosfera colorata e vitale di spensieratezza davanti all’inevitabile. “Nel Mio Garage il Soldato Brucia” di De Ponti è più un’esperienza che una storia vera e propria, un esplodere visionario retto dalla tessitura delle immagini e dalla tenuta emotiva dello stile di scrittura, in cui si intravedono un percorso di formazione e la perdita di un’innocenza. R. Murray Gilchrist è invece un autore britannico dei primi del ‘900, sparito improvvisamente dai radar poco dopo la sua morte. Hypnos lo riporta alla nostra attenzione con “Il ritorno”, un racconto di poche pagine teso come un incubo e vivido come un dipinto, dove una storia d’amore si carica di toni sempre più perturbanti e oscuri, e un ritorno a casa diventa una discesa all’inferno. E poi c’è “Lui - Racconto di uno Sconosciuto” di Leonid Andreev, una storia rarefatta, furtiva, fatta di atmosfere e visioni, e dipinge una realtà che si ostina a apparire normale e concreta nonostante le minacce di follia e malattia che si agitano sotto di essa. La sua scrittura più che avvincere ipnotizza, destabilizzandoci con dettagli enigmatici, implicando sotto i gesti più semplici l’esistenza di volontà nascoste e ostili, esponendoci senza protezione all’inspiegabile.
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