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Si conferma anche in questo numero una certa discontinuità qualitativa dei racconti scelti. Ultimo viaggio nei mondi dell'arte di Torello, stavolta il sogno e il sublime, cinque incredibili immersioni dentro mondi fantastici e perturbanti, che ritengo fra le migliori cose scritte dall'autore. Fra i cinque racconti proposti, spicca per distacco su tutti gli altri, Macchina d'acqua di Cisco, un racconto breve di rara intensità, caratterizzato da uno spiccato senso di puro weird, misterioso, enigmatico, ricco di contenuti, anche da leggere tra le righe. Strane matematiche e composizioni musicali, paranoia e follia, ermetica ricerca di impersonale immortalitá, un pò forzata a volte l'estetica dei dialoghi, una breve storia a suo modo molto esoterica, innovativa nell'approccio a certe tematiche spirituali. Buono il racconto di Campbell, Lo schema, e anche se l'autore inglese maneggia sempre le stesse argille letterarie, riesce in questo caso a costruire una buona atmosfera, nonostante la trama risulti un pò scontata. Non mi hanno invece convinto gli altri tre racconti, mi aspettavo sviluppi diversi dalla storia di Walpole, magari un pò più horror, Chiaro di luna della Ramacciotti mi è parso sia nella forma che nella trama, poco incisivo, ispirato dallo stupendo romanzo del grande Volodine, I sogni di Mevlidò, avrei quantomeno evitato di usare nomi russi, come fa quasi sempre lo scrittore francese, magari ricercando un pizzico di originalità ed eleganza che non sono riuscito a scorgere. Per finire qualche parola su Egnaro di Harrison, racconto inserito nella mastodontica antologia weird dei VanderMeer, presentato come racconto manifesto, che senza problemi declasserei a racconto volantino... a partire dal finale deludente e prosaico, sino ad una trama che non ti conquista, disseminata di stucchevoli indizi circa la misteriosa esistenza della terra di Egnaro. Imbarazzante e grottesco il protagonista, e deludente la qualità della prosa che difetta di eleganza e musicalità.
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