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Anno edizione: 2015
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Adoro la tetralogia ma questa è la gamba del tavolo un po' zoppicante. Utile come tratto di continuità tra il primo (ottimo) e il terzo (capolavoro) capitolo della saga, ma la storia Skeeter-centrica appesantisce l'insieme, secondo me
è il secondo libro che leggo della saga, ma trovo coniglio leggermente maturato e anche un tipo solidale.insomma stà diventandomi sinpatico. al prossimo sperando che sia ristampato il prima possibile
Il romanzo è uno dei più scombinati che abbia letto. La trama, di per se esile, è pirotecnica per le libertà che Updike si prende, immaginando una storia che pare non starein piedi, sempre lì lì per crollare, eppure bellissima. L’autore adatta la sua scrittura chirurgica e sofferta a questo secondo quadro del grande affresco che, attraverso le vicende di Coniglio Angstrom, rappresenta tre decenni di storia americana (il quarto capito della saga devo leggerlo ma vado sulla fiducia senza esitazione). Coniglio è un personaggio straordinario, davvero magnifico qui, nella sua inafferrabile, epica verrebbe da dire, contraddittorietà....lui è tutto e il suo contrario. Ma davvero cosa diavolo è Coniglio, un piccolo razzista di provincia o un coraggioso progressista che si tira in casa il “negro” Skeeter, tossico profeta del potere nero e lo protegge anche quando gli manda a fuoco la casa, è un bigotto piccolo borghese che accetta per paura le corna di quella scemotta della moglie o una sorta di filosofo inconsapevole superiore a tutto, ma proprio a tutto, a ogni colpo di vento odoroso di morte che la vita gli sbatte addosso. È forse solo un ormone disorientato da fatto di dover pur vivere in qualche modo, di dover trascorrere questi pochi decenni decentemente in attesa dell’inevitabile fine dalla quale già ora, a 36 anni, si sente sinistramente osservato.
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