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Purtroppo, le banalità 'critiche' di Gabriele Martufi si diffondono ad ogni pie' sospinto, anche qui. Sarebbe bello poter replicare a dovere. Mi limito soltanto a dire che i cinque punti mediante i quali egli crede di "CONfutare" il Cristianesimo sono risibili, e mi meraviglio che si arrivi ancora a scrivere simili puerilità. Certo, da colui che si aggrappa ad un Odifreddi e simili c'è poca speranza di un argomentare serio e credibile...
Qualche obiezione. 1) Fede e Ragione in linea di principio NON sono incompatibili. La vita è piena di atti di fede. Anche l'atto di fede, però, deve basarsi su un substrato razionale e non essere in contraddizione con la logica, l'esperienza e l'osservazione del mondo. 2) La metafisica, il trascendente, un Dio "indefinito e astratto" sono INconfutabili "per definizione", ma è altrettanto vero che il Dio della "Rivelazione", definito come un essere personale Provvidenziale, Onnipotente, Onnisciente, Onnipresente, Infinitamente Intelligente e Buono, è invece CONfutabile "per definizione": in primo luogo perché gli attributi sono logicamente contradditori (es. l'Onniscienza non va d'accordo con l'Onnipotenza), e poi non trovano riscontro nel mondo e sono assolutamente incompatibili con l'esistenza del male. 3) La "religione cosmica einsteiniana" NON ha nulla a che fare con le religioni cosiddette "rivelate". Pertanto annoverare Einstein tra i "credenti" è a dir poco fuorviante, tra l'altro faccio notare che anche Odifreddi crede nella "religione cosmica", e quindi a rigor di logica andrebbe considerato come un "credente" e non come un "ateo scientista" (si veda su youtube il dialogo tra Augias e Odifreddi, Le Storie, RAI3). 4) La religione cristiana è basata sulla Rivelazione e sulla Resurrezione: o questi SONO fatti storici o NON lo sono, qui si gioca tutta la partita. A poco senso utilizzare argomenti della "natural theology" per giustificare la plausibilità della fede cristiana, intanto perché il Dio "dei filosofi" a poco o nulla a che fare con il Dio della "Rivelazione", e poi perché così facendo non si fa altro che riconoscere implicitamente la poca credibilità di tutta la storia. 5) Per una confutazione delle tesi presenti in questo libro: Arthur Schopenhauer, O si pensa o si crede. Scritti sulla religione; Victor J. Stenger, Perché la scienza non crede in Dio. La sfida perduta della fede alla ragione; Stephen Hawking, Leonard Mlodinow, Il grande disegno.
Come il precedente saggio dell'autore (Prove logiche dell'esistenza di Dio da Anselmo d'Aosta a Kurt Gödel. Storia critica degli argomenti ontologici - Marietti 2005), questo libro si caratterizza al tempo stesso per rigore razionale e chiarezza di linguaggio. L'argomento è solo apparentemente diverso, poiché il tema resta sempre quello della possibilità o meno di dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio. Qui prevale il riferimento alla scienza (in particolare alla fisica, alla biologia, alla teoria dell’evoluzione e alla cosmologia) e si analizzano i riflessi che le conoscenze scientifiche moderne possono avere sulla credenza in Dio. Con un’attenzione vivace alle posizioni di quelli che l'autore chiama "atei scientisti" (Dawkins, Dennett, Odifreddi, Pievani, Mainardi e altri), il testo mette a disposizione del lettore tutti gli strumenti per emettere un proprio autonomo giudizio su una questione oggi molto dibattuta. Un buon libro, dunque, scritto da un credente, ma consigliabile anche a un ateo o a un agnostico.
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