L' imperfetta
- EAN: 9788811688464

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03/06/2020 15:35:28
Violento, crudo, irreale, forte come uno schiaffo in pieno viso... La storia di Catena sembra surreale.. Lho letto tutto d'un fiato sperando in un finale diverso.. Peccato. Confesso che mi ha graffiato l'anima..
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23/09/2019 22:10:44
La storia di una bambina che alla morte del padre viene sfruttata, maltrattata e molestata dai membri della sua stessa famiglia con tragiche conseguenze. Nonostante la trama sia molto valida ho trovato il romanzo troppo "pesante" e la scrittura poco scorrevole.
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20/09/2019 17:40:30
Catena è legata a suo padre così come il gioco di parole con il suo nome permette di fare. I problemi di Catena nascono quando questo legame si spezza. La sua famiglia non è più quella che pensava fosse. La paura dell’imperfezione si fa spazio nella sua mente. Un colpo di scena permetterà un intreccio della storia molto più complesso di quello che si poteva pensare all'inizio. Ho trovato interessantissima questa storia di una ragazza coraggiosa e sola, ma molto determinata e sognatrice.
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21/02/2019 11:36:33
Un linguaggio cruento e poetico. Una storia di superstizioni, violenza, vita e amore.
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23/01/2018 10:47:53
Purtroppo le molte recensioni positive lette qui mi hanno tratto in inganno. Il romanzo è lento, noioso e ripetitivo, oltre che poco credibile in diversi passaggi (ad esempio come è possibile che Catena riesca a sfuggire così facilmente al carabiniere? ridicolo; oppure come è possibile che riesca a trovare tutte quelle erbe e a trattarle senza strumenti per ottenerne le essenze medicamentose?). Leggere questo romanzo è solo tempo perso, non ha nemmeno valore dal punto di vista della ricostruzione storica di un'epoca siciliana.
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02/09/2017 13:52:55
Il libro parte bene ma poi si perde in una trama ripetitiva e poco credibile. Lo spunto e lo stile ci sono peccato che lo sviluppo della trama non sia stato all'altezza delle aspettative.
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13/03/2017 14:53:38
Scritto con un linguaggio semplice che ti prende e ti trascina dentro il libro, tra le pene della protagonista facendoti sentire i suoi dolori e i suoi sentimenti. E' molto interessante la descrizione in contemporanea del presente e del passato. Si vedono i luoghi mentre si legge e si conoscono i personaggi. Lo consiglio.
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04/12/2016 23:11:38
Libro molto bello!..La storia parla di amore e il sapere che le ha dato suo padre, la violenza e la malvagità degli uomini, la cattiveria, il pregiudizio, l'odio e l'indifferenza da parte della madre e della sorella.
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17/10/2016 12:18:29
Stucchevole! Talmente intriso di metafore e similitudini da rendere questo esile libro un mattone pesante. Non so quante volte si ripetano le parole "sonno" e "sogni"...talmente tante che ad ogni pagina alla fine la mia attenzione era concentrata solo a contarne la quantità. Assolutamente non un capolavoro che avrebbe meritato l'attenzione di Italo Calvino: il romanzo pare sia stato finalista al prestigioso premio Calvino. Avrei potuto leggerlo in 2 giorni, l'ho tirato per le lunghe per poterlo finire...perciò: NO!
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12/10/2016 11:55:35
Bello, bellissimo, stupendo!!! Che dire...una storia che ti lascia con l'amaro in bocca e una grande commozione dentro ma che ti trasmette tutta la forza e la passione della protagonista fin dalla prima pagina del romanzo. La storia di una ragazza che lotta che non si piega alla cattiveria e alla malvagità degli uomini, nata con la grande fortuna di un padre meraviglioso che le trasmette amore e sapere e nello stesso tempo la sfortuna della sua perdita prematura che segnerà per sempre in modo tragico la sua vita di bambina e poi di donna.
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05/10/2016 16:18:37
"L'imperfetta" conquista a metà dell'opera, in cui Catena acquista una caratterizzazione più precisa e decisa. Un mondo crudele quello di Catena, privo di umanità, immerso nel buio esistenziale , tragico e senza speranza di vivificazione. Troppo poco spazio , invece, a quel sentimento di rivalsa verso la vita che l'autrice, alla fine, concede a Catena e lo delinea come rinascita essenziale, una vittoria sul male ricevuto e una speranza per un futuro di recupero di un'umanità negata soprattutto nella negazione di affetti famigliari.
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27/09/2016 23:24:39
Quando alla fine del libro ho sentito il mio volto rigato dalle lacrime ...ho capito che questo libro va oltre le aspettative delle recensioni lette.... É un pugno alla bocca dello stomaco ..un fiore raro in una terra ricca e arida come la mia Sicilia...un sogno misto alla realtà.. Grazie Carmela !!!!
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07/09/2016 18:48:35
Kafka diceva che la vita umana è un istante imperfetto. E imperfetta è la vita di Catena, vittima e carnefice, spettatrice con la sua anima e il suo corpo di soprusi e odio. Costretta a subire sin da piccola le violenze e le cattiverie dei suoi familiari prima, e poi da quasi tutte le persone che incrocia sul suo cammino. Additata come strega, portatrice di sventure e malattie, quando invece la sua unica colpa è stata quella di aver risposto alla violenza con la violenza. La salvezza e la sopportazione arrivano dalle pagine dei libri regalatole dal padre, unico dispensatore di carezze e amore. Questo è un libro crudo, intenso, di quelli che non si dimenticano e che in ogni pagina fanno soffrire il lettore insieme alla protagonista. Catena mi ha ricordato molto Iannetta, la protagonista de "Il cuore selvatico del ginepro", anche lei costretta a fuggire e vivere da emarginata nell'aspra Sardegna. In questo caso il libro è ambientato in Sicilia, ma anche qui le tradizioni, le leggende e le antiche credenze sono protagoniste della vicenda. Un senso di ingiustizia e di impotenza traspaiono in ogni pagina del romanzo e solo verso il finale si riesce a cogliere una sorta di accettazione e riscatto, nonostante le amare sorti dell'imperfetta Catena.
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Gruppo di lettori in anteprima
05/09/2016 11:22:02
Il più interessante e profondo racconto degli ultimi anni di una intensità densa di energia sentimentale e di completa agglutinante verve stilistica. L'imperfetta fa precipitare sofficemente dentro un vortice di emozioni piacevoli e si legge d'un fiato. Antonio P.
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02/09/2016 22:45:29
Opera prima di una giovane scrittrice che mostra talento e passione nell'uso delle parole come descrizione di fatti ma anche di atti naturali altrimenti semplici come respirare o cucire un bottone, fino a considerare con un approccio più poetico anche le torture subite da Catena, il personaggio principale di questo lavoro. In questo romanzo, ambientato nella Sicilia di fine 1800, si racconta della crescita spezzata di Catena, dopo la morte del padre, unico vero punto di riferimento e di raccordo per la bambina che è costretta dopo il tragico evento a subire le violenze dello zio e l'indifferenza di madre e sorelle, scaraventata di colpo in un vortice di violenze anche sessuali, convivendo come arma di difesa con i libri che il padre le ha lasciato, ereditati a sua volta da una madre mal vista accusata di stregoneria. Fino a intraprendere una fuga che è anche un viaggio, in direzione del sogno di poter rivedere quel padre tanto amato attraverso riti specifici e catturando le parole dei libri, nel ricordo di quando era lui a leggere quelle righe per le figlie adorate. Il romanzo è strutturato in due frammenti paralleli, due direzioni. Uno racconta il normale svolgimento della storia e l'altro è una sorta di flashforward presentato come un countdown, e rappresenta l'atto finale del romanzo, il tutto è narrato in prima persona da Catena. Tutti i personaggi sono presentati per nome a inizio romanzo, tranne il padre di cui scopriremo il nome nel finale, perché lo stesso che darà al figlio. C'è anche tanto amore nel romanzo, quello di Catena per il padre e per il figlio, l'unico che traspare nell'impotenza costretta di fronte alla cattiveria di una mentalità povera d'animo. Due parole anche sulla copertina scelta, molto bella, con il primo piano di questa ragazza in un momento di riflessione, circondata da una pianta rampicante, rami e foglie a cerchiare il collo, come una collana. Giudizio complessivo personale molto buono, libro che consiglio vivamente.
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Gruppo di lettori in anteprima
02/09/2016 17:39:08
Da queste poche pagine già si intuisce una storia forte, drammatica e purtroppo sempre attuale. I personaggi sono ben delineati e Catena fa trasparire la sua fragilità, ma anche l'enorme forza che ha in se. L'autrice usa una scrittura fluida che cattura facilmente l'attenzione del lettore. Chiara C.
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01/09/2016 15:27:11
Difficile dare un giudizio su questo libro. Sicuramente la scrittrice e ' brava, di talento, scorrevole e appropriat la scrittura , ma la vicenda trattata e' estremanente pesante: Ogni capitolo aggiunge disgrazia a disgrazia, le descrizioni sui trattamenti ai carcerati alla fine del 800 sono a dir poco da film dell'orrore... Non si intravede una luce in una giovane vita cosi' perseguitata maltrattata oppressa e violentata. Mi auguro sinceramente, che, se pur alla fine dell 800,la vita in Sicilia non fosse cosi': forse ai tempi dell'Inquisizione...
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01/09/2016 11:48:44
Ho letto il libro in anteprima inviatomi da IBS ed è stata una vera sorpresa!!! Difficile credere che Carmela Scotti sia una esordiente, per la scrittura che scivola via facendoti calare in una realtà crudele, provare l'amore di Catena verso il padre ed il dolore per la sua scomparsa, le ferite esteriori ed interiori procurate da chi è rimasto. La protagonista, è un personaggio straordinario ed affascinante. Una rivelazione, questa giovane scrittrice, la cui scrittura mi ricorda tanto un'altra (ex) esordiente di successo: Carmen Pellegrino.
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Gruppo di lettori in anteprima
01/09/2016 09:33:23
Catena sin da bambina, perso il suo unico vero affetto, si ritrova a combattere i pregiudizi e la violenza di chi ha il suo stesso sangue con l'odio. Costretta a lasciare la casa paterna dovrà scontrarsi con l'ostilità della società: i buoni ricordi sono l'ultimo filo che le permetterà di non cadere totalmente nel buio. Scritto in uno stile asciutto che ben descrive la crudezza della storia, non esclude la capacità di comunicare al lettore anche passaggi carichi di liricità. Sonia P.
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31/08/2016 19:06:50
Ho avuto modo di leggere il romanzo in anteprima grazie a Garzanti e IBS. Devo dire che era tanto che non leggevo un romanzo del genere: occorrono stomaco e fegato per affrontarlo e tuttavia non si può fare a meno di procedere. Catena è forte, Catena è libera nelle sue catene. È la storia della vita che non cede all'orrore e, anzi, si rigenera; è una storia magica e nera, è la storia della colpa e del peccato annientati dal coraggio.

Finalista al Premio Calvino nel 2014, L’imperfetta è, senza dubbio, un esordio notevole: un bel romanzo, denso, cupo, disperato e al contempo vitalistico, che rivela una voce matura e, soprattutto, una strabiliante padronanza della scrittura.
La vicenda narra le avventure di Catena (Sicilia, fine Ottocento), giovinetta segnata da traumi e violenze precoci, costretta ad una vita selvaggia e, quasi suo malgrado, toccata da una sensibilità ereditaria per la potenza e il mistero della natura, cosa che le guadagnerà le stimmate della fattucchiera, tanto facilmente assegnate in quel tempo di religiosità soffocante, di uomini e armenti sottomessi alla tirannia di una campagna avara, di donne sottomesse a uomini poco più che animali. Il libro poggia su una struttura a chiasma ma agile e quasi impercettibile, e si sviluppa sul doppio binario della vicenda stretta e di una sorta di diario, ovvero un conto alla rovescia verso il patibolo, che l’eroina tiene dal carcere della Vicarìa, in cui è ristretta dopo aver compiuto il proprio destino con una serie di delitti efferati quanto giusti, in una Palermo devastata dal colera e stilizzata con pochi, efficacissimi tratti, a comporre un affresco degno d’un Consolo.
L’imperfetta, nel suo incedere serrato fiorisce ogni poco di situazioni e immagini icastiche e fascinosamente disturbanti: stupri, infanticidi, incesti ambientati in una Sicilia poverissima e profondamente aliena al concetto di giustizia, ma sa anche accendersi di tenerezze e di pietà sconfinata per creature che paiono schiacciate da un destino gramo, eppure tenacemente attaccate ad un vivere che non perde mai la sua magia primordiale; anche le azioni più esecrabili e i personaggi più crudeli, sembrano in fondo giustificati da una disperazione inconsapevole, non emendabile in vita. La protagonista attraversa la sua rapida e tragica vicenda sempre sospesa tra lucidità e delirio, contesa tra la violenza degli umani e la forza magica della Terra (…).L’imperfetta è in sostanza un lungo monologo interiore, poetico e selvaggio, sostenuto da una prosa che è il vero punto forte del lavoro, e che testimonia di un approccio molto meditato alla scrittura da parte dell’autrice, con una ricerca sui valori ritmici e poetici che torna evidente dalla prima all’ultima frase.
Una lingua di grande compattezza, molto sorvegliata ed evocativa: un parlato solenne e performativo nella sua semplicità (…). Col procedere della vicenda, cresce la consapevolezza del “potere” della protagonista ed il linguaggio in qualche modo vi si adegua. Fino ad arrivare alla chiusa bellissima, con Catena sul patibolo, perduta da un atto di giustizia e fatta strega dal dolore e dalla cattiveria umana, che parla ormai quasi per incantesimi (…).
Recensione di Luca Ruffinatt
Nessuno può rubare la libertà a chi la custodisce dentro di sé. Un romanzo potente. Finalista al Premio Calvino.
"L'esordio fulminante di una voce arcaica eppure così nuova, che affila tutte le parole per una via di salvezza. Echi di Elettra e di Antigone risuonano nell'Imperfetta. Una storia che ci riguarda tutti" - Carmen Pellegrino, autrice di Cade la terra
"Un romanzo duro, persino fosco, eppure a tratti di impensabile tenerezza, come è giusto con un personaggio insieme ingenuo e tenace come Catena, dalla caparbia volontà di essere se stessa fino alla fine, e di voler essere padrona della propria vita anche nella scelta della modalità della propria morte" – Ermanno Paccagnini, La Lettura
"Notte e giorno dicevo nella testa le parole dei libri di mio padre. Le avevo tutte nella memoria, nessuno può rubare i pensieri senza peso, sottrarli nel sonno a chi li tiene stretti."
Forte e antico, come la Terra. Non c’è forse altro modo di descrivere un romanzo così genuino, così dolorosamente concreto come L’imperfetta, storia di una ragazza siciliana di fine Ottocento contro cui si accaniscono il destino, l’ignoranza e la crudeltà degli uomini. L’esito infelice e profondamente ingiusto della sua vicenda si intravede già dalla prima pagina, dove incontriamo Catena (questo è infatti il nome della protagonista, un nome che sa di oppressione: omen nomen, direbbero i latini) al buio, in prigione, in attesa di ricevere la sentenza che metterà fine alla sua agonia.
Questo è infatti il Fato riservato a chi è strega, a chi è "mavara" e conosce il potere delle erbe, degli astri e della terra. In un’epoca colma di superstizione e sospetto, una donna capace di guarire e curare in cambio non riceve altro che minacce e insulti. Novella Medea, la sua magia (che altro non è se non qualche nozione di botanica e di medicina) spaventa e intimidisce le persone attorno a lei, condannandola a un cammino tragico fatto di ingiustizia e di libertà perdute.
In effetti dal romanzo emerge una certa gravitas da tragedia greca: la si percepisce nella protagonista, che non è l’innocente della tragedia moderna, ma allo stesso tempo vittima e carnefice (“l’assassina”: così la chiamano, e non erroneamente, i suoi compaesani); nella venerazione per le piante, per le stelle e per i libri, portatori di una saggezza quasi sacra, da molti dimenticata; nella polarità tra città e campagna, tra la forza vibrante e autentica della natura e la corruzione della civiltà; nell’amore quasi commovente per una parola che è suono, ricordo e respiro, unico mezzo in grado di schiudere le profondità dell’animo umano.
Oltretutto in questa tragedia il personaggio meglio riuscito è sicuramente quello della protagonista Catena, con una personalità dirompente e con la forza e lo spessore di un’eroina sofoclea. Il resto dei personaggi infatti, a eccezione delle poche figure positive (per esempio quella dell’amatissimo padre), fa parte di un coro, da un certo punto di vista molto verghiano, volto a rappresentare la società umana nel suo complesso: una società pronta solo a giudicare e a ferire, dove chi prova a combattere il proprio destino ne esce amaramente sconfitto.
Si tratta quindi di un romanzo di vinti, specchio di un’umanità sconfitta. Una storia che forse oggi può apparire molto lontana, sia per l’ambientazione che per i modi con cui è narrata; e che tuttavia, con grave semplicità, ci offre un insegnamento sull’ingiustizia valido al di là del tempo e delle stagioni. Forte e antico, come la Terra.
