Alessandro Pitoni inizia a cantare a nove anni nel Coro di voci bianche dell’ARCUM. Dopo gli studi e il servizio militare con il chitarrista Daniele Bazzani mette su una delle band più fortunate di Rock Blues di quegli anni: BESTAFF (1990 con cui nel 1993 partecipa a Sanremo nella categoria giovani con il brano “Camminando” e successivamente il primo ed unico album del gruppo. “Sempre che a noi ci vada” (BMG). Nel 1997 come solista esce il secondo album “Dall’altra parte del mondo” (I Piloti/Ricordi) e con la canzone “Ora è tempo” supera le selezioni di Sanremo Giovani dello stesso anno. Con “Dimmi dov’è la strada per il paradiso” partecipa al Festival di Sanremo del 1998 a cui segue un tour al fianco dell’amico Alex Baroni. Nel 2001 con Ruggero Brunetti, Saverio Capo e Alessandro Pinnelli nasce “Lanegra”, cover band di brani italiani anni ’50. Un susseguirsi di concerti consolidano la band. “La volata del ciclista”, “Revival” e “Pescatori di telline” ne raccontano la storia. Il sodalizio porta alla luce il suo terzo lavoro “Le Cose che Vedi” (2008), prodotto dalla “FM Records“. Il brano “Colpo di coda” estratto dall’album finirà nella compilation della Putumayo world music, facendo il giro del mondo. Nel 2011 partecipa con il brano “Have I Told You Lately That I Love You”, all’album 90+1 di Marco Rinalduzzi e successivamente al tributo ad Alex Baroni “Il senso...di Alex” ( Nel marzo 2015 esce Alessandro Pitoni & stereo 8 – ”Le sere di sempre”, prodotto da Nerio Poggi e Francesco Bosco (FM Records). L’album di brani originali (V. Fontana – F. Bosco – N. Poggi) lo vede alla firma nei testi di due canzoni: “Tex Willer” e “L’ultimo sabato di settembre”. Il 2016 è l’anno di “Vivo”, Il quarto album dell’autore (Testi e musiche). Prodotto da Fm records. Partecipa all’album Cocktail Battisti prodotto da Papik e sempre con Nerio Poggi alla produzione arriva l’album dedicato a Burt Bacharach ‘In Love Again’. Un comune denominatore lega Alessandro Pitoni e Nerio Papik Poggi a questo progetto, la figura del padre. È dai loro padri infatti che i 2 artisti vengono avvicinati in modo indissolubile alle canzoni del maestro Bacharach, e in questo lavoro si sente la loro dedizione verso i capolavori dell'artista americano che unisce varie generazioni di appassionati.
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