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Questo libro presenta una delle monografie compilate intorno al 1880 su invito di Stefano Jacini presidente della Giunta per l’lnchiesta agraria. Vi è descritta nei particolari la vita di una «corte» al centro di una cascina destinata alla grande coltura nella bassa Val Padana. L ‘autore della relazione, allora consigliere della Prefettura di Mantova, fu elogiato da Jacini e premiato dalla Giunta per il suo lavoro «ritenuto oltre ogni dire pregevole». Infatti, questa monumentale monografia – di cui si pubblicano le pagine più significative – si distingue da tutte le altre e appare di straordinario interesse non solo per la cura con cui fu redatta e per la messe di informazioni raccolte, ma per l’attenzione minuziosa ai caratteri fisici dell’ambiente e della gente e per il tentativo di penetrare la psicologia e la sensibilità del contadino. Vengono documentate la vita dei campi, le colture, le lavorazioni, gli arnesi, le tecniche; con una nota particolare: Romilli non ne parla come funzioni isolate dal contesto, ma si sforza di cogliere e sottolineare il rapporto col lavoro dell’uomo. Ci si trova così di fronte a un quadro ricchissimo delle condizioni dell’agricoltura e della classe agricola e soprattutto a una ricostruzione «totale» della figura del contadino: un documento di indagine quasi antropologica.
Questo libro presenta una delle monografie compilate intorno al 1880 su invito di Stefano Jacini presidente della Giunta per l'lnchiesta agraria. Vi è descritta nei particolari la vita di una «corte» al centro di una cascina destinata alla grande coltura nella bassa Val Padana.L 'autore della relazione, allora consigliere della Prefettura di Mantova, fu elogiato da Jacini e premiato dalla Giunta per il suo lavoro «ritenuto oltre ogni dire pregevole». Infatti, questa monumentale monografia - di cui si pubblicano le pagine più significative - si distingue da tutte le altre e appare di straordinario interesse non solo per la cura con cui fu redatta e per la messe di informazioni raccolte, ma per l'attenzione minuziosa ai caratteri fisici dell'ambiente e della gente e per il tentativo di penetrare la psicologia e la sensibilità del contadino. Vengono documentate la vita dei campi, le colture, le lavorazioni, gli arnesi, le tecniche; con una nota particolare: Romilli non ne parla come funzioni isolate dal contesto, ma si sforza di cogliere e sottolineare il rapporto col lavoro dell'uomo. Ci si trova così di fronte a un quadro ricchissimo delle condizioni dell'agricoltura e della classe agricola e soprattutto a una ricostruzione «totale» della figura del contadino: un documento di indagine quasi antropologica.
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