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Anno edizione: 2016
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Tutto inizia con l’esperimento paranormale del professor Montague, aspirante cacciatore di fantasmi, che decide di coinvolgere Theodora, Eleanor e Luke per un soggiorno a Hill House, dimora sinistra che sembra aver preso forma da sola, assemblandosi in quel suo possente schema indipendentemente dai muratori. Tra correnti d’aria gelide, cigolii e scene di vita quotidiana, i quattro personaggi vivranno momenti di paura, angoscia e di puro terrore a causa delle presenze che infestano la villa a calar del buio. Pur considerato un classico del genere gotico, Shirley Jackson non mi ha affatto conquistato, ho trovato i dialoghi inconcludenti e i personaggi poco caratterizzati. In ogni caso presto leggerò anche “Abbiamo sempre vissuto nel castello”, romanzo che mi attende in libreria da molto tempo.
Una lettura da fare al buio, con poca luce, la notte di Halloween. Questo libro è un capolavoro del genere gotico, ed è terrificante.
Nonostante ad un certo punto della lettura ho fatto un po' di fatica a seguire la narrazione, nel complesso mi è piaciuto tantissimo. Specie come la casa abbia influenzato intensamente la mente e i comportamenti dei suoi ospiti.
Recensioni
Una casa dal passato oscuro che sembra vivere di vita propria e una ragazza che non ha mai conosciuto la felicità sono le protagoniste di questo classico della ghost story del secolo scorso.
Quando Eleanor Vance, in ragione di alcuni singolari trascorsi, riceve l’invito di un antropologo a trascorrere insieme ad altri ospiti un breve soggiorno a Hill House, dove il professore ha in progetto di studiarne i presunti fenomeni paranormali, la ragazza accetta volentieri pur di allontanarsi per un po' dalla solitudine e dal vuoto della sua esistenza.
A Hill House Eleanor, tra strani fenomeni e apparizioni, subisce il fascino morboso e le attenzioni che la casa sembra riservarle. Cade in un vortice progressivo di follia e di esaltazione che la porta a credere di appartenere da sempre a Hill House e di non poter rinunciare a quella felicità illusoria che non ha mai avuto nella sua vita.
L’incubo di Hill House, il romanzo più celebre di Shirley Jackson, riconosciuta maestra di Stephen King, è molto più di un horror o di una ghost story. Anzi, il consumato lettore di questo genere di racconti potrà essere deluso dall’assenza di inquietanti colpi di scena o terrificanti apparizioni. Si tratta piuttosto di un horror psicologico che si presta a numerose chiavi di lettura, e che riesce, come pochi altri, a insinuare un senso di ansia e disagio nel lettore grazie alla sottile atmosfera di malvagia presenza e possessione morbosa da cui si è avvolti come all’interno di Hill House.
Recensione di Annalaura Miccoli
A cura del Master Professione editoria cartacea e digitale
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