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Dalle foto di Duchamp alla videoarte di Bill Viola, un viaggio nel tempo e nello spazio dell’arte contemporanea per scoprire il suo legame a volte sottile, altre volte turbolento, con la tradizione.
“Possiamo forse scegliere i nostri padri, ma di un qualche antenato non possiamo fare a meno.”
Nel 1937 Duchamp si tagliò la testa. In questa opera senza titolo, di fianco alla testa mozzata dell'artista compare una donna trasognata. Tra le mani ha un metro da sartoria e indossa una veste all'antica, da sacerdotessa o menade. Come si guarda un'opera di Duchamp? Cosa vorrà misurare quel metro? Si può decifrare l'enigma di un montaggio che sfida o addirittura estromette l'osservatore? Cominciano così le incursioni di Salvatore Settis nelle opere di dieci importanti artisti del nostro tempo. Duchamp, Guttuso, Bergman, Jodice, Pericoli, Bruskin, Penone, Viola, Kentridge e Schutz rappresentano l'onda d'urto dell'arte contemporanea, che travolge regole e abitudini consolidate. Ma la loro opera comporta davvero un rifiuto drastico della tradizione o la capacità di dimenticarla? "Tra antico e contemporaneo", scrive Settis, "c'è una perpetua tensione, che continuamente si riarticola nel fluire dei linguaggi critici e del gusto, nei meccanismi di mercato, nel funzionamento delle istituzioni. Talora anche in dura polemica con l'arte del passato, ma senza poterla ignorare." Ogni artista lo sa e forse lo sa anche il suo pubblico. La citazione, la parodia, la stratificazione della memoria, il ritorno di un gesto sono solo alcune tracce del rapporto che lega i maestri di oggi con il passato. Il coraggio dell'incursione da un artista all'altro, da un'opera all'altra, è la strada per esplorare connessioni e distanze senza rinunciare alla condizione essenziale della conoscenza: la capacità di sentirsi stranieri in ogni luogo.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Saggio ben scritto, che raccoglie precedenti articoli e riflessioni (rieditati) dell'autore. Un'opera che parte da Warburg e dalla sua opera Mnemosyne per presentare poi diversi artisti (uno per ogni capitolo) per mostrare come le loro opere siano debitrici di messaggi in bottiglia, figure interiori, pathosformel, lasciti di chi ci ha preceduto. Nessuno può illudersi di ripartire da zero, di creare ex nihilo. Già solo per il fatto di essere cresciuti in un determinato contesto culturale e di voler comunicare (quindi essere intellegibili) ad altri, ogni artista dovrà (anche solo inconsciamente) rifarsi a elementi, figure, intuizioni, canoni ricevuti dal passato. Lasciti spesso inconsapevoli, spesso frutto di epoche molto distanti e con matrici culturali delle più disparate. Un saggio interessante, che evita di essere ripetitivo e che può essere letto anche a tratti perché, salvo il capitolo iniziale che illustra le finalità dell'opera, ogni capitolo è di fatto autonomo dagli altri, inserito nel progetto generale, ma sostanzialmente indipendente.
Saggio ben scritto, che raccoglie precedenti articoli e riflessioni (rieditati) dell'autore. Un'opera che parte da Warburg e dalla sua opera Mnemosyne per presentare poi diversi artisti (uno per ogni capitolo) per mostrare come le loro opere siano debitrici di messaggi in bottiglia, figure interiori, pathosformel, lasciti di chi ci ha preceduto. Nessuno può illudersi di ripartire da zero, di creare ex nihilo. Già solo per il fatto di essere cresciuti in un determinato contesto culturale e di voler comunicare (quindi essere intellegibili) ad altri, ogni artista dovrà (anche solo inconsciamente) rifarsi a elementi, figure, intuizioni, canoni ricevuti dal passato. Lasciti spesso incosapevoli, spesso frutto di epoche molto distanti e con matrici culturali delle più disparate. Un saggio interessante, che evita di essere ripetitivo e che può essere letto anche a tratti perché, salvo il capitolo iniziale che illustra le finalità dell'opera, ogni capitolo è di fatto autonomo dagli altri, inserito nel progetto generale, ma sostanzialmente indipendente.
Dieci viaggi brevi ma efficaci tra arte contemporanea, storia dell’arte e archeologia. Un bel modo per approcciare dieci artisti della scena contemporanea anche per i non “addetti ai lavori”.
Recensioni
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