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Un romanzo orfico, mistico, esistenziale. Una donna, ancora giovane, ma non troppo per coltivare speranze, senza la penombra di un disincanto e qualche dubbio. Eppure una speranza le resta, l’amore.
«Qui, in questo romanzo, niente è ingannevole, soprattutto il sentire della sua stessa autrice che si veste a festa e a lutto nel suo estro stilistico, attestandosi agli antipodi di tutto quello che costruisce.» - Sara Annicchiarico
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo la cui lettura va centellinata perché ogni parola ha un suo peso specifico. Consigliato
Un libro originale che, nonostante la forma ostica/ fiorita/ mistica /ritornante, si fa leggere fino alla fine. Credo comprensibile solo a un pubblico femminile, ma magari mi sbaglio.
'L'amore era sbiancato, smorto, uguale al sole lombardo, dentro una domenica di novembre. Mi alzai anch'io. Mi guardai intorno, istupidita dai minuti, dalle ore, consumate nell'inezia, nel cianciare fatti di poco conto, non utili alla causa del mondo, parametro che ormai investiva ogni sentimento nelle intenzioni.' Romanzi come L'inganno non possono essere definiti in generi e trame rastrellati da definizioni, etichettature. Il fulcro è questo, una donna che parte dalla Sicilia alla volta di Milano sulla base di una promessa cinerea come certe giornate novembrine. L'oratore della promessa, un trombettista francese, la spinta al pellegrinaggio nella città che poi rivela questo inganno costruito su quel 'Ci vedremo a Milano', mai realizzato. Città dal freddo 'altezzoso', città dalle luci borghesi e dai centri commerciali impastati da viandanti 'accecati da necessità senza bisogno', città dai sottopassaggi lambiti da scritte affannate. C'è una donna che scandisce il tempo sul riverbero di queste promesse frantumate, la cui attesa si scontra poi con Erminia, l'affittacamere, e con essa le porcellane dozzinali, il tanfo e i parchi strisciati di giallognolo. L'aspettativa illusa e i sentori di nuove libertà. Tomassini non segue la narrativa tradizionale, è un flusso quasi catartico questo romanzo intriso di citazioni. La donna si fa Ottilia e vedova bianca di Isaia, si cita Emilio De Marchi, Deledda, Levi, le pagine diventano sentieri in cui l'io narrante intreccia descrizioni cariche. Cos'è quindi l'amore? Un inganno, un vizio o forse, 'l'attraversamento per la salvezza altrui'. Veronica Tomassini è tornata in libreria pubblicata da La nave di Teseo . Il suo primo romanzo che leggo, folgorante. Non aspettatevi un romanzo dalla tipica architettura, una trama tipica ma si, ne vale la pena. Peculiare e colto.
Recensioni
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