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Anno edizione: 2001
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Se vi trovate a curiosare su ibs e vi doveste imbattere sul nome di questa band, eliminata qualsivoglia ipotesi di casualità, vuol dire che potreste avere una discreta base di conoscenza del movimento death metal. Dalla suddetta vostra vantata conoscenza - soprattutto in ordine alla dstinzione dei vari stili - si dovrebbe trarre che gli Unleashed (seguendo la logica di una solo ipotetica gerarchia) sono una di quelle bands che, in un modo o in un altro, hanno contribuito a fare la storia del death metal svedese. Correva l'anno 1991 e where no life dwells usciva come debut album caratterizzato da ritmi assai veloci e serratissimi, stra-ricca di stop&go, una violenza amplificata e quindi per nulla mitigata, dalla cristallina produzione ad opera del blasonato Waldemar Sorychta dei woodhous studios. Insieme ai capostipiti Nhilist/Entombed, seguiti poi da Grave, Carnage, Sorcery, etc etc, gli Unleashed si inseriscono a ragione nell'alveo delle band leggendarie di un genere che oggi ha visto, con molta probabilità, offuscare la sua rilevanza sulla cosiddetta "scena"; nondimeno è innegabile che ci sia ancora una larga fetta di sinceri estimatori delle sopra citate bands e dello stile swedish death metal in particolare, i quali amano ancora farsi travolgere dalla velocità folle dei blast beat, dal tagliente sound roboante delle chitarre, da morbose linee di basso e dalla furia della voce cavernosa del mitico Johnny Hedlund. A questo punto potrebbe apparire inutile dire che "Where no life dwells" sia da avere in una collezione che sia degna di tale nome, tuttavia è meglio ripetere e sottolineare il concetto: l'album in questione è da avere.
Recensioni
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