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The Innkeepers, ultimo lavoro di Ti West, conferma il regista quale promessa più fulgida del cinema horror (e non solo). Dopo l'entusiasmante House of the Devil, il nostro metteur en scène del cuore si è cimentato in un'altra sfida impossibile: un film su una casa infestata, in questo caso un hotel, in cui la tensione sia palpabile nonostante le apparizioni siano ridotte al lumicino. Il film di fatto racconta l'ultimo fine settimana di attività dello Yankee Pedlar Inn, gestito dai soli Claire e Luke in assenza del titolare. La grande bravura del regista sta in poche ma determinanti caratteristiche. Innanzitutto, cosa fondamentale per un horror non "effettistico" è la gestione dei personaggi e la direzione degli attori; e Ti West è davvero bravo in particolare con Sara Paxton che costruisce una Claire simpaticissima, fragile, tenera, intraprendente. Prendendosi il suo tempo e descrivendo la quotidianità monotona del lavoro in un hotel semideserto, il regista ottiene l'identificazione dello spettatore che risponde poi empaticamente alle situazioni di pericolo e di tensione. Montaggio, suono e regia, poi, amplificano questa risposta, dato che West è bravissimo nel costruire un'atmosfera carica di angoscia (e di malinconia, tra l'altro) con poco e niente. Esempio lampante la scena esilarante, che farà parte dell'esperienza comune, in cui ci si trova alle spalle di una persona e non si riesce ad annunciare la propria presenza evitando di spaventare chi si ha di fronte. Non ci si spaventa più di tanto per le apparizioni dei fantasmi a spaventare, quanto piuttosto si rimane catturati ed elettrizzati dalla vibrazione carica di presagi che pervade il film. Una piccola nota finale: pellicole del genere, piene di passione e di umiltà, sentite ma non stucchevoli, rendono migliore il mondo del cinema con la loro presenza.
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