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L' intreccio di sacro e profano nella storia americana - R. Laurence Moore - copertina
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L' intreccio di sacro e profano nella storia americana
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L' intreccio di sacro e profano nella storia americana - R. Laurence Moore - copertina

Descrizione


Per noi europei comprendere la religiosità degli Stati Uniti - nazione "sotto la guida di Dio" tanto quanto Stato laico aperto a molteplici religioni - è spesso tutt'altro che facile. Laurence Moore ci viene in aiuto con un'analisi del persistente intreccio tra religione e modelli politico-culturali nella società americana dai tempi dei Padri fondatori al presidente Bush. Lo studio esamina le modalità con cui il principio costituzionale della separazione tra Stato e chiesa, l'assenza di un'istituzione religiosa ufficiale e il fluttuante confine tra sacro e profano hanno plasmato la religiosità americana facendo degli Stati Uniti un caso unico tra le democrazie occidentali.
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Dettagli

2005
1 giugno 2005
212 p., ill. , Brossura
9788870165616

Voce della critica

Su un punto fondamentale il valente storico di orientamento progressista R. Laurence Moore e un brillante studioso conservatore come Samuel P. Huntington convergono pienamente: nonostante il "muro di separazione" tra lo stato e le chiese stabilito dalla costituzione federale, i padri fondatori concepirono l'America come una "nazione religiosa", scorgendo nella religione "il fondamento di ogni virtù e felicità umana". Quel "muro", pertanto, garantiva solo l'aconfessionalità del piano istituzionale e non su que dea la laicità religiosi e culturali partite di football.iosi misurano i loro risultati sulla base del denaro r. Si tratta di una precisazione di rilevante importanza, un invito a rivedere molte convinzioni sulla laicità degli Stati Uniti e su una religiosità blanda e ininfluente che ne avrebbe caratterizzato la fondazione. Il lavoro di Moore, analogamente a molti altri recenti studi, mostra infatti come l'assenza di una chiesa ufficiale, e dunque il libero dispiegarsi del pluralismo delle fedi, rese possibile alla religione, in tutte le sue manifestazioni, irrorare capillarmente ogni sfera della vita americana.
A questo punto, però, le prospettive liberal e conservative , naturalmente, divergono. Mentre gli esponenti della destra americana vedono nella profonda religiosità del paese il segno fondamentale di una sua precisa matrice etnoculturale, sostanzialmente quella wasp ( White Anglo-Saxon Protestant ), alla cui mentalità le altre componenti etniche e religiose sarebbero chiamate quanto meno ad adeguarsi per diventare veramente americane, Moore mette intelligentemente in luce l'insostenibilità storica di una simile interpretazione monistica, riabilitando così il valore democratico e pluralistico del melting pot . A suo parere, molti americani sognavano e sognano, effettivamente, un "monoculturalismo", ma nei fatti l'americanismo raccomandato dai protestanti è rimasto sempre indefinito. Le diverse ondate di immigrati lo hanno di volta in volta rimodellato a loro immagine.
Con ciò, ammette Moore, non si può certo dire che il protestantesimo non sia stato importante. Quasi tutti i presidenti e vicepresidenti degli Stati Uniti "si sono identificati con la cultura protestante". Tuttavia altri contributi religiosi e culturali sono stati pure determinanti nel plasmare il "sogno americano". Il cattolicesimo, ad esempio, superando notevoli difficoltà, si è integrato nella società statunitense, diventando qualcosa di differente da quello europeo (e per questo è stato talvolta criticato dalla chiesa di Roma e anche da Giovanni Paolo II). Gli ebrei d'oltreoceano hanno dovuto affrontare discriminazioni e persecuzioni, ma nel secondo Novecento si sono definitivamente affermati come una delle comunità americane più potenti sul piano economico e sociale.
Alle considerazioni sugli imponenti risultati del pluralismo americano, però, si accompagna altresì, nelle riflessioni di Moore, la consapevolezza dei pericoli provenienti dall'intreccio di sacro e profano che caratterizza la società americana. Questa non sarà mai fino in fondo democratica, afferma, finché i funzionari pubblici utilizzeranno le convinzioni religiose "in una caccia alle streghe per assicurarsi i voti". Una tentazione insidiosa, in un paese dove i leader religiosi misurano i loro risultati sulla base del denaro raccolto e dove Dio entra sistematicamente persino nelle partite di football.

Giovanni Borgognone

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