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Per molto tempo sono stato attratto dalla copertina di questo libro e infine mi sono deciso a leggerlo dopo aver terminato un’altra opera dell’autore, “Aeneas La nascita di un eroe”, che però ho apprezzato molto di più. “Invictus” al contrario si è rivelato molto deludente. Innanzitutto è scritto con un linguaggio rozzo e grossolano, un linguaggio da taverna. La ricostruzione storica non è propriamente errata ma il modo in cui viene proposta rispecchia il linguaggio utilizzato, per cui l’ho trovata inverosimile ed elementare, spesso troppo semplicistica e carente, con diverse interpretazioni forzate. Anche i personaggi sono presentati in maniera rozza e infantile, interpretati fin troppo liberamente e in maniera improbabile. La figura di Costantino, come quella di sua madre e dei suoi eredi, meritava di meglio. E lo stesso vale per Diocleziano, la cui figura viene ridicolizzata quando invece mantenne autorevolezza e rispetto anche dopo l’abdicazione. Fausta invece ha fatto la fine che meritava. Non ho dato due stelle solo perché, tutto sommato, è un romanzo gradevole e la ricostruzione storica non è proprio terribile, per quanto riguarda la realtà cristiana ad esempio o in misura minore le campagne militari. Comunque per chi cerca un romanzo storico sull’imperatore Costantino consiglierei di gurdare altrove, pur non avendo molte opzioni (a quanto ho sentito anche Frediani non è stato molto corretto con questo imperatore e chi gli era vicino).
Concordando con altri lettori sul linguaggio da birreria, anche il quadro su Roma e la romanità sospetto che sia stato ispirato nello stesso luogo, sicuramente meno appropriato di un circolo letterario. Contributo storico? Nemmeno da romanzo. Le citazioni? La corruzione di Platone ha un altro significato (vgs. pag.305).
L'autore ha effettuato un'operazione ardita utilizzando un linguaggio che puo' definirsi in vario modo, da taverna, da stadio, da caserma: un linguaggio eccessivamente libero che conferisce al testo una connotazione pulp. Riguardo all'impianto generale, il libro e' comunque gradevole e narra con chiarezza l'avventurosa vicenda di Costantino che rimase imperatore per un lungo periodo. Se questo libro fosse un vino, lo si potrebbe definire di buona beva. Lo si legge senza difficolta', come se fosse un romanzone di cappa e spada.
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