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Ho appena finito di leggere: Invisibili, di Vincenzo Soddu e dopo nove anni dal giorno del mio pensionamento mi sono ritrovato nel clima profondamente umano e attruppelliau della Scuola. Il professor Alessandro è in crisi, la morte del padre e il divorzio da Elena sono due lutti che sconquassano la sua vita. Anche la quotidianità dello stare in classe con adolescenti altrettanto in crisi, sembra accentuare il malessere. Ma, l’umana sensibilità del prof Alessandro non ignora l’umanità presente nei suoi alunni e il loro ondeggiare tra maturazione, e distanza dai contenuti di una scuola circondata dal bombardamento mediatico, che coinvolge e condiziona le loro giovani vite e le loro famiglie. Le delusioni non mancano e sembrano rimettere in crisi perenne prof Alessandro, ma sarà proprio l’insegnamento tra successi e sconfitte e i suoi alunni a liberarlo dalla propria insoddisfazione per una professione ardua, che esige oltre la competenza una forte umanità, che coinvolge e assilla oltre l’orario delle lezioni. Infine verrà Maria a prendergli la mano. Perché quel titolo? Chi è invisibile? Come ci suggerisce Vincenzo, con il suo libro e Domenico Starnone nel suo “Ex cattedra”, citato da Vincenzo: La scuola ... resa invisibile dalla quotidianità, ma che i professori vivono e alcuni sanno vederla e raccontare. Ciao prof
Sulla scuola potrebbero essere pubblicati centinaia di libri, uno per ogni nuovo anno scolastico, uno per ogni classe addirittura. Il mondo della scuola, con le sue molteplici storie, con le sue energie positive e negative è un terreno fertile di storie, di emozioni. Difficile non riconoscere a questo importante percorso di vita un valore umano e sociale di primo piano, eppure gli ultimi provvedimenti legislativi sono riusciti ad infrangere pure quella che prima era una flebile speranza. Per fortuna, a tener viva questa speranza ci sono docenti e studenti che, pur tra mille contraddizioni e parecchie difficoltà, come il Prof. Alessandro, Deborah, Michael e altri personaggi del libro, riescono a riemergere dopo essere stati travolti dall'onda degli eventi personali, riscattando con più o meno successo un anno scolastico. La scuola e l'insegnamento come terreno di rinascita personale, sono il recinto narrativo nel quale si snoda questo bel libro, nel quale i ragazzi sono delle rare e bellissime bestioline da capire più che da ammaestrare, da ascoltare più che denigrare, da aiutare anziché ammutolire, affinché divengano donne e uomini, prima di tutto, uscendo dall'invisibilità alla quale sennò sarebbero condannati.
Il titolo si spiega dopo il primo sogno così ben raccontato dal protagonista, Alessandro, un prof di Lettere, che attraverso un rinnovato approccio verso la scuola, riuscirà a superare uno dei periodi più bui della sua esistenza. La scuola, il difficile mestiere dell'insegnante sono al centro di questo romanzo di formazione ben scritto, scorrevole, attento e a tratti ironico. La scuola che è fatta di prof, alunni, genitori, bidelli, preside, ma anche di passato, presente e futuro, la linea temporale che è la spina dorsale di tutti gli insegnanti che credono nel loro lavoro, che non si dimenticano di come ieri si stava dietro i banchi di scuola, che oggi educano, formano e guidano i giovani e che investono nel loro futuro a prescindere dal loro stato sociale e dal loro immediato rendimento scolastico e che riescono a cogliere la luce anche negli occhi degli alunni più spenti, più disorientati, più tormentati, più ribelli e più cupi. E' un libro che spiega come la vita fuori entri di prepotenza nelle aule scolastiche, come un'onda che travolge, sconquassa, ma che aiuta a crescere e che , come in questo caso, può aiutare anche i prof a superare il dolore, la delusione, l'abbandono. L'ho letto in una sera tutto d'un fiato, e in queste belle pagine non solo gli insegnanti si ritroveranno, ma anche coloro che sono stati cambiati da un'esperienza lavorativa, perchè alla fine, è la storia di un uomo che grazie al lavoro ritrova se stesso.
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