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21 omicidi al femminile nell'arco di due secoli, dall'800 a oggi. Storie molto diverse fra loro, come diverso è il movente: la timida ragazza russa che confessa al sacerdote di avere ucciso x conservare il segreto sul suo amante, la sadica torturatrice di un lager nazista, la domestica spagnola che avvelenava le sue padrone, la vendetta di camorra di Pupetta Maresca, la ragazzina inglese che uccideva x divertimento bambini più piccoli, la strage familiare di Vercelli, la mattanza x fanatismo politico in una notte di follia a Parigi. Alcune assassine suscitano comprensione e pietà, x altre è difficile provare empatia, come x Doretta Graneris, che sterminò la famiglia nell'ingenua speranza dell'eredità. In questo libro Cinzia Tani ha trovato l'equilibrio perfetto tra la rigorosa veridicità dei fatti e una narrazione emotivamente coinvolgente. Gli eventi narrati sono più recenti che negli altri suoi libri, e la memoria della cronaca rende maggiormente partecipi. Forse è vero che in fondo a ciascuno di noi si nasconde un assassino potenziale, c'è una miccia di violenza che attende di essere innescata, ma resta difficile provare empatia x chi dal crimine cerca di trarre profitto economico, scrivendo libri di memorie e partecipando a show televisivi. I moventi degli omicidi sono diversi: passione, avidità, vendetta, sadismo, esasperazione, e diversi sono i comportamenti dopo il delitto: alcune assassine non sopravvivono al rimorso, altre tentano di espiare dedicandosi ad opere di carità, altre si vantano del crimine, la maggior parte desidera solo essere dimenticata x ricostruirsi una vita normale.
Mi ha colpito "Io sono un'assassina", denso di cronache sulle criminali più famose : italiane, europee o statunitensi, dalla metà dell'Ottocento ad oggi. Da quanto ho letto, emerge che chi uccide ed è donna, lo fa spesso anche soltanto per crudeltà, le cui origini risalgono spesso ai primi rapporti coi familiari, non sempre sereni. Il sesso femminile ha una capacità tutta sua di mentire e spergiurare, spesso adoperata in azioni illegali. Sono rimasto impressionato anche dal dopo , ossia da quello che succede in seguito alla condanna o alll'espiazione della pena. Molte colpevoli si rifanno una vita, altre no, ma tutte ( o quasi) vengono giustificate dall' opinione pubblica o da intellettuali, incapaci di credere che un essere di sesso femminile possa dare la morte . Quindi la responsabilità più grande non può che essere di qualcun altro, un uomo. Di tutte le storie, la più legata alla cronaca attuale è quella di un'americana che ferì gravemente con un colpo di pistola la moglie del suo amante, un camionista. Scontata la pena, la ragazza si esibisce ancora oggi in spettacolini sexy, dopo aver girato dei film pornografici. L'uomo, tale Joey Buttafuoco, responsabile morale del tentato omicidio, per avere istigato l'amante , è diventato finanche un attore e presentatore della tv statunitense. Mi è sembrato che questa storia risalente agli anni '90 anticipasse quanto accade anche da noi, con indagati dei delitti o testimoni che si fanno pubblicità in tv e vorrebbero diventare parte della scuderia di Lele Mora. Lo stile del libro è perfetto: scorrevole e leggibile.
Sicuramente bisogna essere interessati all'argomento e al genere, altrimenti potrebbe essere noioso. Una scrittura semplice, diretta ci porta davanti alla descrizione di 21 casi di donne che uccidono, donne tra le più diverse tra loro, nate e vissute in periodi diversi, in zone differenti e con età diverse nel momento del reato. Nessun giudizio da parte dell'autrice che racconta i fatti in maniera giornalistica e dettagliata, trascrivendo anche parte degli atti giudiziari.
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