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Mi aspettavo di più da questo romanzo, avendo letto le note di copertina. Il protagonista cade in una spirale autodistruttiva che ha radici lontane e più vicine, ma le motivazioni del suo disagio restano sullo sfondo, ben coperte dalla recente e incontenibile passione per i grandi vini francesi, in particolare il Bordeaux. Suona un po' tutto artificioso in Wilberforce. Una persona anonima, giacché tutti lo chiamano per cognome ed è lui per primo che sceglie di presentarsi così. Un essere schivo fino all'anaffettività, un'infanzia triste con una famiglia assente, che l'autore pare attribuire anche al fatto che è figlio adottivo. Ma W. ha anche tratti brillanti, quasi autistici, compensando questa difficoltà relazionale con doti matematiche superiori che gli permettono di avere successo nell'informatica. Sembra però un personaggio stereotipato, la narrazione appare un po' forzata, costruita, come la passione del protagonista per il vino. Il romanzo ha una struttura cronologica a ritroso e questo non giova al respiro della storia. Man mano che si procede si incontra fatti ed episodi già desunti in precedenza, fino all'ultimo capitolo con una noiosissima è superflua caccia alle beccacce. L'autore inserisce poi incomprensibilmente alcuni elementi narrativi creando un'aspettativa che risulterà vana, come l'incubo alcolico ricorrente di trovarsi in una situazione di pericolo a Bogotà (si scoprirà che il riferimento è dovuto al lavoro di un amico e nulla più) o l'accenno al fatto che il suo mentore, Francis (che scopriamo essere anche il nome di battesimo del protagonista) abbia avuto una relazione giovanile intensa con una cameriera di casa e che rimane incinta, inducendo a pensare che W. possa essere il figlio naturale dell'amico. Ma anche questo elemento narrativo rimane appeso al nulla, come si sorvola sulla rimozione della responsabilità del protagonista nell'incidente mortale della moglie. Parodistica la descrizione della comunità che lo dovrebbe disintossicare.
Uno dei libri più originali e avvincenti della letteratura contemporanea. Estremamente affascinante l'apparato cronologico e oltremodo coinvolgente la descrizione dei vini: appassionata ma mai perniciosa, puntuale senza indugiare in tecnicismi, elegante senza scivolate spocchiose.
Un romanzo molto particolare e molto strano; un protagonista per il quale all'inizio ho provato una profonda antipatia, ma alla fine si è fatto amare. Una storia che rimane impressa nella mente e sembra un ricordo di storia raccontata da amici vicini. Da leggere.
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