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Sarò perchè sono di Rimini, sarà perchè appartegno alla classe dei sognatori del 68, sarà perchè Walter l'ho sempe ammirato, anche nei suoi errori politici, ma il libro, che l'ho finito di leggere ieri sera, è uno dei pochi che mi attirava e che non vedevo l'ora di riprenderlo. Grande Walter !!!( mi permettimi la confidenza) DODO
libro scritto bene anche se a tratti noioso e poco coinvolgente
Non mi è piaciuto l'ho trovato noiosissimo.
Recensioni
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Il nuovo libro di Walter Veltroni è il romanzo di un’incredibile storia vera. Il romanzo di un’utopia contrastata dal potere e di un sogno che valeva la pena vivere.
Giulio è un incorreggibile vitellone, Giacomo fa
l’avvocato, Lorenzo è il figlio del proprietario
del Grand Hotel, Simone era il genio della classe
ed è diventato un inquieto ingegnere: quattro ragazzi
di Rimini uniti da un’amicizia nata sui banchi
di scuola e destinata a superare qualunque contrasto.
Quando Giulio ha un’idea folle —
costruire
una piattaforma appena oltre il limite delle acque
territoriali, dove accogliere una comunità di artisti,
poeti, musicisti, amanti della bellezza — tutti si danno
da fare per realizzarla: anche Elisa, dolce secchiona
con lo chignon nero, anche Laura, giovane
giornalista conquistata dal progetto, e una barista
dalla bellezza esplosiva, Luana. Siamo alla vigilia del
1968, e niente sembra impossibile.
Il nuovo romanzo di Walter Veltroni prende le
mosse da un episodio vero e dimenticato per raccontare
la nascita, a undici chilometri dalla costa, di
un’isola artificiale che richiama turisti da tutta Europa,
l’idea di una micronazione indipendente, l’Isola
delle Rose (anzi, Insulo de la Rozoj, visto che la
lingua ufficiale è l’esperanto), e l’invenzione di una
radio libera. Parla di amori, tradimenti, debolezze,
slanci, padri che muoiono e figli che riscoprono
sentimenti perduti e, come nelle migliori commedie
all’italiana, vitalità e allegria rivelano un fondo di
tenerezza e di malinconia. È il romanzo di un’utopia
contrastata dal potere e di un sogno che valeva la
pena vivere.
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