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Come e qualmente i Servitori possano e debbano disubbidire, confondere, ingannare, ridicolizzare, truffare, svergognare, umiliare i loro Padroni. Tale è l’oggetto a cui si dedica questo irresistibile trattatello, che accompagnò Swift per più di trent’anni e fu pubblicato infine nell’anno della sua morte, il 1745. Ad esso Swift confessò di dare grande importanza: e lo si può ben capire, non solo per l’incessante presenza, in queste pagine, del genio comico, ma per il loro valore in qualche modo di beffardo messaggio testamentario.
Di fatto, nell’immemoriale guerra tra Servi e Padroni, questo trattatello, pur ostentando una sventata leggerezza, segna una data davvero storica e augusta. Qui Swift ha predisposto un vero manuale di sabotaggio, che ogni lettore accorto potrà facilmente trasporre dalla cucina a tutti gli altri possibili luoghi. Mostrandoci il Servitore che vessa il Padrone e lo sfrutta in ogni modo, egli ha leso l’aureola della Sovranità ben più gravemente che con un pamphlet di immediato tema politico. E insieme ha tracciato una Piccola Antropologia del Risentimento destinata ad avere molta fortuna. Ma bisognerà anche dire che Swift non sarebbe quell’immenso artista che è se per lui l’occasione, l’esempio non valessero anche e innanzitutto di per sé: così, anche trascurando le trasparenti applicazioni ‘ad altro’ di questo testo, non si può non rimanere incantati (ed esilarati) di fronte al quadro di nefandezze domestiche, descritte in ogni loro minuzia, che Swift ci offre, condensando a volte in poche righe intere epopee di dispetti e rappresaglie che dovevano essersi depositate per secoli, insieme alla polvere nelle case patrizie inglesi.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Geniale libriccino satirico, tagliente. Per avere un'idea dell'estro e della penetrante sagacia dell'autore dei Viaggi di Gulliver, è ottimo!
L'ironia è la protagonista assoluta di questo libro che è una sottile denuncia delle ingiustizie e disumanità del Settecento. Nel leggerlo l'ho trovato quasi rivoluzionario. Swift non poteva certo salire sulle barricate, ne esisteva ancora un comunismo in nome del quale combattere contro i "padroni", ma è evidente nel testo la volontà di rivolta contro un sistema, una rivolta non urlata e violenta, ma velata e ironica. Ridere e ingannare un padrone è forse il primo passo per liberarsi dalle catene della schiavitù. Il libro è molto attuale e potreste trovare tantissimi nessi alla contemporaneità, perciò, vi dico che se volete farvi anche due risate, lasciare andare i pensieri da tutti i problemi questo è il libro giusto per voi. Da leggere !
Ci vuole veramente un grande sforzo per trovare oggi "esilarante" oppure "ironico" questo banale intervento su come la servitù possa far la cresta e gestirsi i padroni. Inutile per noi italiani!
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