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Questo libro non è male e nonostante le (pochissime) 140 pagine Azzara è riuscito anche a fare delle analisi storiche dei 4-6 secoli susseguenti la caduta dell'Impero Romano. Un difetto però è che 140 pagine sono davvero troppo poche per un argomento così interessante, perché nonostante Azzara dica di no, credo invece che proprio nel periodo longobardo si definisce la bipartizione economico/culturale del nord e del sud dell'Italia (anche se Azzara in realtà si riferisce all'invasione franca del nord dell'Italia, ma il discorso è lo stesso). Inoltre mi sarei aspettato un'analisi molto più approfondita (in realtà sfiorata solo due volte) su questo cruciale periodo storico che avrebbe potuto creare una Italia unita fin da (relativamente) subito la caduta dell'Impero Romano, come accadrà per la Francia con i Franchi e la Spagna coi Visigoti: le due occasioni mancate si riferiscono alla invasione degli Ostrogoti e dei Longobardi. Queste due occasioni sono sfumate per ragioni diverse e a tratti contrapposte, ma uno di questi due popoli avrebbe potuto realizzare una società e poi una nazione (come quasi avvenuto coi Longobardi), se l'Impero Bizantino e la Chiesa cattolica non avessero agito come sappiamo. Dopo queste due occasioni mancate, l'Italia resterà divisa per quasi 1400 anni dopo la caduta dell'Impero Romano. Un aspetto positivo del libro invece è stato di occuparsi anche del destino della parte sud della Langobardia minor, cioè il ducato di Benevento e poi di Salerno che sono sopravvissuti fin oltre l'anno 1000. La quasi totalità dei testi sui Longobardi (anche Jarnut) neanche se ne occupa e pone come data della caduta il 774 (che riguarda però solo la Langobardia maior). Un errore storico inammissibile dato che il ducato di Benevento e poi quello di Salerno erano longobardi a tutti gli effetti. Un libello comunque da leggere, anche per la storia degli Ostrogoti che è molto meno conosciuta di quella dei Longobardi.
140 pagine per un periodo che copre più di tre secoli sembrano poche, ma le nozioni che ci dà il prof. Azzara sono senz'altro sufficienti per capire e comprendere meglio quel periodo della nostra Storia fra i più sconosciuti per noi. L'unico appunto che faccio è sul nome Teoderico: io ho sempre studiato e pronunciato Teodorico.
Altro ottimo riassunto dell'autore, che copre in modo esauriente 3 secoli di storia in circa 140 pagine. A differenza di altri libri di storia comparsi in questa collana, troppo schematici per andare al di là di una semplice ed arida successione di eventi, Azzara riesce a fondere in modo eccellente il minimo necessario per ordire una cronologia arricchendolo con una decrizione precisa,anche se forzatamente poco approfondita, dei rivolgimenti sociali, religiosi, culturali che fanno da sfondo a qusti secoli terribili ed affascinanti. Consiglio agli appassionati di integrare questa lettura con due grandi libri da poco disponibili, "La caduta dell'Impero Romano" di Peter Heather, e "Benedetto e l'Italia del suo tempo" di Luigi Salvatorelli, che trattano di avvenimenti coevi al primo ed al secondo capitolo di questo libro. Per quanto riguarda i rimandi alla storia del regno Longobardo, terzo capitolo del libro di Azzara, l'epopea di Paolo Diacono è a tutt'oggi una lettura godibilissima.
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