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Una strage che avviene lontano dai nostri oggi, i cui risultati spesso entrano fin nelle nostre case. Chi è il responsabile della caccia all'avorio?
«Va osannato lo straordinario lavoro compiuto a livello di fotografia» – cinematographe.it
Tre anni di riprese, 30 paesi, oltre 250 ore di materiale grezzo hanno creato le basi per questo documentario, un'indagine sulle cause e sulle conseguenze di una richiesta di avorio senza precedenti. L'inchiesta è stata condotta dal noto ex politico russo Sergey Yastrzhembskiy, portavoce di Boris Yeltsin e Assistente di Vladimir Putin, che ha poi dedicato la sua vita alla produzione cinematografica, concentrandosi sul continente Africano. In questo film, sfida il mondo civilizzato che ancora oggi non è in grado di bloccare il sanguinoso business dell'avorio. Il film rappresenta una denuncia all'inefficienza di alcune organizzazioni non governative, apparentemente impegnate nella conservazione e salvaguardia di piante rare e di specie animali a rischio estinzione, ma che in effetti sembrano inattive e smaschera la corruzione Africana che distrugge il continente, come un cancro, per soddisfare l'avida richiesta di avorio che ha portato questi animali sull'orlo della totale estinzione.
Un'inchiesta internazionale sul commercio globale dell'avorio: cinema di informazione e denuncia
Trama
La popolazione degli elefanti, duecento anni fa, corrispondeva a dieci milioni di esemplari. Oggi sono circa mezzo milione e ne muore uno ogni quindici minuti. Subiscono il paradosso di essere considerati simbolo di potere, prosperità e saggezza e al contempo sono oggetto di sterminio a causa del valore propiziatorio assegnato, soprattutto dalle religioni, all'avorio delle loro zanne, destinate alla creazione artigianale di oggetti preziosi. Il film segue i percorsi del traffico internazionale e illegale dell'"oro bianco", in cerca delle motivazioni profonde del massacro degli elefanti, e rivela diverse contraddizioni politiche che coinvolgono tutti i continenti. Si viene a conoscenza del fatto che l'avorio sia sempre stata fonte di finanziamento per tutti i gruppi di ribelli africani, ma che non sia vettore di sviluppo per il continente, dell'inarrestabile appropriazione cinese dell'Africa, dell'ipocrisia delle istituzioni, della corruzione intaccabile di alcuni Paesi asiatici.
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