La serie di concerti “Jazz at Berlin Philharmonic” è nata nel 2012 da un’idea del fondatore e produttore dell’etichetta tedesca ACT Siggi Loch. Questi concerti, che si ispirano ovviamente a quell del “Jazz at the Philharmonic” di Norman Granz, hanno avuto come merito non solo di portare il jazz in un luogo inusuale come la Filarmonica di Berlino, ma anche quello di proporre per la prima volta incontri tra musicisti eccezionali, spesso con risultati sorprendenti. E’ questo il caso del concerto dei pianisti Michael Wollny, Leszek Mozdzer e Iiro Rantala, pubblicato sull’album ““Jazz at Berlin Philharmonic I”, e anche della serata intitolata “Norwegian Woods”, in cui si sono riuniti sul palco alcuni dei protagonisti del jazz norvegese. Questa registrazione dal vivo mostra come un paese con solo cinque milioni di abitanti sia stato in grado di diventare l'epicentro del jazz europeo, offrendo una delle più emozionanti scene jazz contemporanee. Uno dei motivi di questo successo è legato alla tipicità delle radici di questa scena musicale: la musica folkloristica norvegese e le opere classiche di compositori come Johann Nesenus a Edvard Grieg. Inoltre l’isolamento geografico della terra dei fiordi ha finito per aiutrae i musicisti norvegesi a sviluppare un proprio linguaggio specifico, il tipico "sound nordico" che è stato reso popolare di Jan Garbarek ed altri nei primi anni settanta. La seconda chiave del successo del jazz norvegese è la sua ricettività quasi a tutti i tipi di influenze. Nella scena musicale norvegese, relativamente piccola, i jazzisti non esitano a lavorare con musicisti classici o con quelli legati al pop o al rock. Questo concerti riunisce mette in luce questi elementi attraverso le performance della cantante Solveig Slettahjell, del pianista Bugge Wesseltoft, del chitarrista Knut Reiersrud e del trio “In The Country” (Morten Qvenild al piano, Roger Arntzen al basso e Pål Hausken alla batteria).
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