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Continuano le pubblicazioni su S:Quinn da parte di Profondo Rosso edizioni. Autore molto popolare ai tempi di weird tales, e già all'epoca i suoi racconti non erano per niente innovativi, i soliti archetipi gotici ottocenteschi, triti e ritriti, già vecchi e stantii negli anni '30, in più una prosa, uno stile sciatto e antiletterario, praticamente identico al linguaggio parlato, ma questo per i giovani americani dell'epoca andava benissimo, come perlopiù viene oggi apprezzato dai lettori moderni, assuefatti a tanta (pseudo) letteratura scadente, anche in un genere di narrativa di nicchia come il weird e l'horror. Mai che ci fosse un critico, un blogger che scriva almeno una volta una sincera stroncatura, soprattutto in merito a orribili pubblicazioni di autori contemporanei, tutti schierati come un blocco monolitico, tutti pronti e supini ad elogiare il capolavoro di turno, anche per ciò che riguarda la narrativa del passato (come in questo caso). Auspico da sempre meno pubblicazioni e più qualità letteraria, ma il carrozzone dell'industria letteraria, o presunta tale, deve necessariamente autoalimentarsi, e quindi correre, far girare la ruota a prescindere dalle opere proposte, altrimentii non è più industria, non è più business, e il sistema imploderebbe su se stesso. Per fortuna l'arte, quella vera, non ha niente a che vedere con queste detestabili dinamiche editoriali, i lettori non sono poi così fessi come certi editori credono, e difatti la qualità letteraria alla fine paga sempre, a prescindere di certi retropensieri. C'è qualcuno li fuori che la pensa come me? Un altro costruttivo Bastian contrario che ama la vera grande letteratura?
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