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Giovanni Lattanzi è uno sciamano europeo. Usa il Kambo e l’Iboga per curare corpo, mente e anima. Attraverso questo saggio vuole divulgare le conoscenze che le tribù del Gabon, dell’Amazzonia e del Messico, si sono tramandate nei secoli. So bene che tutto ciò apparirà assurdo. Infatti, per noi occidentali, la medicina è sinonimo di scienza e, a sua volta, la scienza è frutto della ricerca, che non tiene conto della componente spirituale. Dite a un dottore che il vostro corpo spirituale subisce l’influsso dell’energia malvagia e sarete spediti in un centro psichiatrico. Eppure, leggendo questo libro, si scopre che molti scienziati europei hanno dovuto dar ragione alle teorie di questi “ingenui” primitivi, che ancora parlano con le piante e con gli animali.
Ma cosa sono il Kambo e l’Iboga? Il primo è il veleno prodotto da una rana che abita le foreste dell’America Latina; la seconda è una pianta che viene usata soprattutto in Gabon, in Africa, dai seguaci della religione Bwiti. Per molto tempo sono stati visti come due agenti differenti, Lattanzi, ha deciso di usarli entrambi in quella che ha chiamatosinergia tra medicine sciamaniche. Questi prodotti naturali non solo curano il corpo con risultati sorprendenti, ma ristabiliscono il nostro equilibrio psichico ed energetico. Sono bioattivi e non creano dipendenza, sebbene in Italia l’Iboga sia considerata sostanza stupefacente.
Siamo in presenza di droghe? Assolutamente no. Infatti, attraverso dati e ricerche effettuate da importanti scienziati e psicoanalisti, Lattanzi confuta queste tesi. E proprio grazie ad una appassionata ricerca presso i popoli che ne fanno uso, scardina l’idea che tutto ciò sia frutto di una superstizione. Ovvio che vi sia un po’ di scetticismo, il primo ad aver nutrito dei dubbi è stato Lattanzi, che nelle pagine di questo saggio non dimentica di mettere in guardia da sedicenti guaritori e truffatori.
L’esigenza di Lattanzi è quella di divulgare le sue conoscenze. Lo fa in segno di gratitudine verso gli spiriti che animano la pianta e la rana, da cui vengono estratte queste due medicine. Sostanze, ed è bene ribadirlo, che non drogano, non creano dipendenza e non sono nocive per la psiche e il corpo dell’essere umano. Logicamente, vanno somministrate con attenzione e sotto la guida di un esperto. Non si gioca con i medicinali, tanto meno con gli spiriti. Ma ancora una volta, l’autore vuole spiegarci che l’uomo è tutt’uno con la natura e con l’Universo. Queste sostanze sono capaci di farci ritornare a noi e di curare quel distacco che si crea ogni qualvolta diamo voce all’ego.
Si può credere o meno in ciò che ci descrive Lattanzi; si può anche ridere di tutto ciò, eppure, questo saggio è frutto di una attenta ricerca, che attinge a piene mani dalle ultime scoperte scientifiche. Ad esempio, l’autore si rifà molto agli studi del farmacologo italiano Vittorio Erspamer. Inoltre, si fanno moltissimi riferimenti a Carlos Castaneda, lo scrittore peruviano che attraverso i suoi libri ha parlato della medicina sciamanica.
Insomma, siamo davanti a un saggio divulgativo che aggiungerà qualcosa di nuovo al vostro bagaglio culturale. Certamente, consiglio la lettura a chi non ha inibizioni, perché a volte, per trovare la verità, bisogna percorrere strade che apparentemente sembrano assurde.
Recensione di Martino Ciano
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