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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2011
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Codice ha fatto davvero bene a pubblicare una nuova edizione di questo libro, dove Anna Maria Lombardi nella cornice di una biografia di Johannes Kepler fa un lavorone per farci capire la modernità del grande astronomo. I classici ricordi in pillole che abbiamo dai tempi delle scuole superiori si possono sintetizzare in "Keplero ha enunciato le tre leggi sul moto dei pianeti, che hanno permesso al sistema copernicano di affermarsi definitivamente; però l'ha fatto quasi per sbaglio, visto che era ancora imbevuto di aristotelismo e credeva negli oroscopi". Su quest'ultimo punto, gli oroscopi li faceva per guadagnarci qualcosa. Sul resto si scopre che Keplero era sì guidato da principi geometrici più che aristotelici; ma era ancora più guidato dalle osservazioni, e soprattutto aveva un'idea ai tempi davvero rivoluzionaria: le leggi dell'astronomia dovevano essere ricavate dall'applicazione di principi dimostrabili, e non con ipotesi a priori come per Aristotele. La differenza è enorme: non siamo ancora all'"hypotheses non fingo" newtoniano, ma Keplero costringe sé stesso a scartare le ipotesi che gli sarebbero piaciute da un punto di vista teorico (nel senso aristotelico) ma non funzionano in pratica. Le orbite ellittiche derivano proprio da questo, così come la terza legge che per lui è soddisfacente per il rapporto 3:2 che è "musicale" ma soprattutto perché dimostra allo stesso tempo che i pianeti non seguono orbite casuali ma secondo delle leggi e che il sistema copernicano è superiore a quello tolemaico non tanto per la precisione maggiore quanto per la maggiore sua logicità. Il tutto accade in mezzo alle lotte di religione (Keplero era luterano, anche se probabilmente non così ortodosso) e soprattutto la guerra dei trent'anni e al processo per stregoneria contro sua madre. In pratica in un solo libro trovate una biografia avvincente e un manuale di storia della scienza: che volete di più?
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