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L'ho apprezzato molto, sebbene la tematica della questione virus-che-stermina-solo-alcuni sia abbastanza ritrita. Come anche il destino della sopravvivenza in mano a pochi giovani. Ciò non toglie che U4 sia un romanzo che si lascia leggere volentieri, senza troppe pretese. Peccato, come spiegato in altri commenti, che non ci siano aggiornamenti sulla traduzione che dalle prime previsioni doveva portare in italiano tutta la serie nel giro di un anno rispetto alla pubblicazione di questo volume. Sconsigliato, a questo punto, per chi sa di non poter fare a meno dei seguiti una volta che si appassiona a una saga
Mi incuriosisce molto l'idea che i 4 protagonisti della serie vengano raccontati da 4 autori diversi, secondo me è un' idea innovativa che potrebbe essere sperimentata per altri generi letterari. Questo primo volume mi è piaciuto molto, è un romanzo distopico avvincente e intrigante. Mi domando solo se e quando si decideranno a far uscire gli altri 3 volumi della serie (sono passati quasi 2 anni dalla pubblicazione del primo volume e non si hanno notizie), per capire meglio le vicende e per conoscere meglio gli altri tre protagonisti.
Non c'è nulla di nuovo nella prima uscita di quello che è stato definito come un nuovo fenomeno letterario. Non dico tanto rumore per nulla, ma poco ci manca. Ho trovato un mix di temi già utilizzati in diverse letture del genere (che amo molto, nonostante non sia più giovanissima): il terribile virus che lascia in vita solo gli adolescenti, le bande rivali, i viaggi nel tempo, qualche cenno alla magia e all'esoterismo, la nonna che guida con i suoi scritti lasciati in eredità... insomma niente di originale, neppure lo stile di scrittura, asciutto, fatto di frasi brevi al presente che non arricchiscono neppure la conoscenza lessicale e sintattica di chi legge. Si salvano solo il ritmo serrato e qualche colpo di scena. Non manca neppure l'onnipresente moderno accenno al mondo omosessuale e lesbico, la violenza, le relazioni mordi e fuggi, la normalità di genitori separati o assenti, per far entrare questi concetti nella testa dei ragazzi che leggono e farli (subliminalmente) accettare. E' questo che vogliamo leggano i nostri adolescenti? Una domanda vale la pena di farsela. Sono comunque curiosa di sapere se gli altri autori della serie sapranno fare di meglio.
Recensioni
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Ho già svelato alcuni dettagli su U4. Koridwen nello speciale dedicato alla serie U4 e al concorso Garzanti dedicato a essa, ma per chi se lo fosse perso, un breve recap: U4 è la sigla che identifica il terribile virus che nell'arco di pochi giorni ha ucciso il 90% della popolazione, lasciando in vita solo i giovani tra i 15 e i 18 anni e i pochi rappresentanti dell'autorità che hanno fatto in tempo a proteggersi dal contagio. In Francia, Koridwen si ritrova unica sopravvissuta del suo piccolo villaggio bretone. A darle una speranza è l'ultimo messaggio da parte del gamemaster del suo gioco online preferito, che prima della definitiva interruzione di internet e dell'energia elettrica, dà a lei e agli altri giocatori appuntamento a Parigi la notte del 24 dicembre, per tornare indietro nel tempo e portare le cose alla normalità.
In circostanze normali pochi darebbero credito a un messaggio del genere, ma come scoprirete, nel mondo di Koridwen è rimasto ben poco di normale.
Ammetto di aver avuto qualche dubbio riguardo alla scelta di dar vita a un mondo in cui gli unici sopravvissuti fossero adolescenti. L'elemento centrale di ogni post-apocalittico non è solo l'improvvisa e brutale distruzione della civiltà come la conosciamo, ma soprattutto la strenua lotta dei pochi (s)fortunati sopravvissuti che si trovano a dover affrontare il loro personale viaggio attraverso la fine del mondo. In circostanze così estreme può essere complicato inserire un protagonista adolescente credibile, figuriamoci poi se a sopravvivere all'apocalisse sono solo i ragazzini!
Per fortuna la giovane Koridwen, protagonista del romanzo a cui dà il nome, si è rivelata essere una ragazza forte e determinata, una vera survivalist che scoprirete non avere niente da invidiare ai protagonisti che siamo soliti vedere nei suoi panni. Se siete curiosi di saperne di più, non vi resta che leggere la mia recensione spoiler free!
Pur avendo solo quindici anni, la vita in collegio e il duro lavoro nella fattoria dei suoi, hanno abituato "Kori" ad affrontare i problemi con pragmatismo e prontezza di spirito, ma resta pur sempre una ragazzina. Se da una parte dimostra la sua resilienza seppellendo tutti gli abitanti del suo borgo, dall'altra la sua fragilità affiora quando si dedica ai lavori nella fattoria per settimane, nel disperato tentativo di rimanere aggrappata a una normalità che non c'è più. Difficile non volerle bene e non fare il tifo per lei, sperando in un qualcosa che possa migliorare la sua sorte.
Tutto cambia quando una lettera della sua amata nonna scomparsa da tempo riaccende in lei la speranza. Il legame tra Kori e la nonna è speciale, vibrante di sentimento e ricordi che affondano le proprie radici nelle antiche credenze celtiche, in cui la ragazza inizierà a nutrire una fiducia crescente che ammanterà tutto il libro con un imprevisto velo di misticismo soprannaturale. Un aspetto inatteso, ma che aggiunge quel pizzico di mistero e magia in più.
Sospinta dalla rinnovata fede, Kori inizia il suo percorso verso Parigi e la fatidica notte del 24 dicembre, vivendo un'incredibile avventura che metterà in luce più volte il conflitto tra quello che resta della sua umanità e l'istinto di sopravvivenza.
Inutile dire che la sua capacità di elaborare situazioni impreviste e prendere decisioni critiche in pochi secondi, anche riguardo l'uso di forza letale, mi abbiano fatto dubitare della sua caratterizzazione. Eppure, ogni qual volta sia arrivata a domandarmi cosa avrei fatto al suo posto, mi sono trovata d'accordo con le sue decisioni. La determinazione dimostrata da Koridwen potrebbe sembrare rara in un'adolescente dei nostri giorni, ma in circostanze così estreme ogni sopravvissuto, anche il più giovane, sarebbe costretto a maturare in fretta o a soccombere, sorte che in effetti tocca a diversi dei ragazzi più ordinari che Koridwen incontra sulla sua strada.
L'impulsività tipica di Kori regola ogni interazione con i suoi coetanei, che siano essi suoi alleati, nemici o interessi amorosi, eppure la ragazza non perde mai la sua umanità. Nonostante la lucida freddezza nel gestire gli ostacoli, Kori non cede alla cinica brutalità di alcuni dei sopravvissuti. Il suo rapporto con il cugino Max ne è un perfetto esempio: il ragazzone affetto da autismo la mette spesso in condizione di dover rischiare più del dovuto e, pur sapendo che senza di lui avrebbe più possibilità, lotta strenuamente per non separarsene. Questo dimostra come dietro alla sua risolutezza si nascondano traumi e dolori che le pesano sul cuore e ha suscitato in me ammirazione e una certa empatia.
Questa sensazione aumenta nelle ultimissime pagine del libro, dove un finale a dir poco inaspettato mi ha colpita al punto da farmi scorrere davanti agli occhi ogni scena del libro, facendomi rivalutare ogni capitolo in una luce nuova e dando al libro un valore aggiunto in originalità che ho apprezzato.
Per chi se lo chiedesse, il romanzo non spicca in romanticismo. Le cotte di Koridwen sono improvvise e appassionate, ma si consumano in fretta, cosa piuttosto comprensibile vista la giovane età dei protagonisti e le precarie situazioni in cui si muovono.
Ma, c'è un ma. Seppur ho ritrovato in Kori una protagonista assolutamente in linea con le aspettative, non posso dire lo stesso dello stile di Yves Grevet. Ho trovato la sua narrazione un po' asciutta, troppo sbrigativa nell'esplorare a fondo le dinamiche che uniscono Kori ai suoi coetanei. Diciamo che, pur essendo ricca di colpi di scena e sequenze di azione, la storia risulta un po' risicata nei momenti di introspezione e nei dialoghi. Anche nelle scene più toccanti, la penna di Grevet sembra più intenta a redigere un rigido resoconto dei fatti che la drammatica esperienza di una teenager scombussolata dagli eventi e questo è davvero un gran peccato visto che il complesso personaggio di Kori e le sue evoluzioni emotive sono il punto forte di questo romanzo.
Recensione di Glinda Izabel
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