L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ivan Ilic Golovin, consigliere della corte d’appello, muore a 45 anni dopo aver gridato spasmodicamente per tre giorni e tre notti. Era intelligente, vivace, simpatico e corretto, mentre la moglie Praskovja Fjodorovna, nobile aristocratica, è molto gelosa, litigiosa, irritabile, collerica ed esigente. Così tra i due s’instaura un’occulta inimicizia. In realtà all’origine della sua morte c’è un’inezia: Ivan, nell’aggiustare un tendaggio, batte il fianco contro la parete. Un dolore inizialmente trascurabile si trasforma poco alla volta in tragedia. Poiché non passa, Ivan e familiari iniziano a chiamare prima semplici dottori poi dei luminari, i quali tutti offrono la stessa diagnosi di piccolo malanno. Che però s’ingigantisce agli occhi di Ilic e familiari fino ad assumere le sembianze di un morbo spaventoso, dal quale non c’è guarigione se non con la morte. Paradossalmente, Ivan inizia a pensare seriamente a quest’alternativa come unico rimedio e cura finale al suo male. Tant’é che pian piano, cullandosi nell’idea della morte, Ivan va incontro alla sua fine, che sarà quanto mai dolorosa. Magistrale il crescendo del racconto verso la tragica fine. C’è un certo parallelismo con Le Malade Imaginaire di Molière, anche se in quest’ultimo il racconto della malattia è giocoso e divertente a ben lungi da tragedia. Questo magistrale racconto di Tolstoj sbatte in primo piano come elucubrazioni mentali mal congegnate possano veramente provocare malanni fisici con conseguenze anche mortali. La serenità della mente è il principale rimedio a queste pseudo-patologie.
La morte di Ivan Ilijc è un breve racconto che racconta la storia del protagonista, giudice d'appello in Russia. Il racconto si apre con i colleghi del protagonista che vengono a sapere della sua morte, dando giudizi sulla sua persona e sul suo modo di svolgere il proprio lavoro. Due colleghi di Ivan vanno alla veglia, dove incontrano la moglie del defunto. Da lì inizia un flashback che mostra la vita del protagonista sin da giovane, le sue ambizioni, il suo successo e il suo difficile rapporto con la moglie, nonché la scoperta di una malattia che nessuno dei numerosi medici cui si era rivolto saprà identificare con precisione e curare. Da quel momento il protagonista entra in uno stato di profonda angoscia, poiché conscio della sua inevitabile fine. Il racconto è a mio giudizio un capolavoro, scritto molto bene e che riesce a trasmettere al lettore quel senso di angoscia esistenziale, quella necessità di cercare spiegazioni ad avvenimenti inspiegabili, che pervadeva il povero Ivan nei giorni prima della sua dipartita.
Quando si dice che ogni libro ha il suo momento! Avevo iniziato e interrotto questo racconto un paio di anni fa perché non riuscivo a concentrarmi. Ieri l'ho ripreso in mano, sull'onda dell'entusiasmo per Dostoevskij, e l'ho terminato stamani con tanto di lacrime annesse. Se, dopo Dostoevskij, c'era qualcuno che non poteva deludermi quello era Tolstoij. Il mio secondo amore, quello più razionale e cerebrale, ma pur sempre immenso. Definire Ivan Iljic un CAPOLAVORO è riduttivo. Leggetelo e capirete il perché. Avere l'ardire di 'spiegare' o 'classificare' i grandissimi scrittori russi non si può. Si può soltanto sentirli e amarli per le sensazioni che riescono a suscitare in noi. Questo gioiello letterario è talmente denso di significati e spunti di riflessione che, sebbene si tratti di una manciata di pagine, si ha la sensazione di aver letto un tomo poderoso. In questo libro meraviglioso Tolstoij ci pone davanti a dei quesiti universali e quanto mai attualissimi. Stiamo realmente vivendo? E quando cesseremo di vivere, che cosa troveremo ad attenderci? Ilijc viene descritto come una persona a modo, ossia 'comme il faut', secondo quelli che sono i criteri dell'alta società del tempo. E' ricco, potente, ha una bella moglie e una bella casa. Questo sembra bastare, dovrebbe bastare, ma c'è sempre quell'inquietudine di base, quel desiderio di non vedere ciò che sconvolgerebbe quella parvenza di perfezione. Peccato che, nel momento della malattia, una lenta ma inarrestabile consapevolezza si faccia strada in lui; sono solo perché, per seguire i dettami degli altri, mi sono negato di vivere e di costruire dei rapporti veri. Detesto la persona che sono stato e detesto chi mi circonda perché è spregevole e superficiale come lo sono stato io. Ho paura di morire, voglio vivere perché non ho mai vissuto. Ma è poi così tremenda la morte? Oppure è l'inizio della vera vita? Ovviamente c'è molto, molto di più! Leggetelo per i contenuti, per lo stile e perché e' BELLISSIMO!
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore