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E' stata una scoperta interessante questa autrice che, prendendo spunto da un evento tragico, raccontato senza pietismi ma con molto realismo, narra le vicende delle due famiglie protagoniste e dei vari personaggi che ruotano loro intorno, all'interno di una riserva indiana. Tra piccoli eventi quotidiani, relazioni che si intrecciano, segreti e rancori vecchi e nuovi, frequenti riferimenti al passato, le nuove generazioni si confrontano con il bagaglio di tradizioni dei loro avi, in un continuo conflitto tra rispetto e ribellione, consenso e rigetto. Ai conflitti interiori dei personaggi fanno da contraltare quelli esterni, come la guerra che gli Stati Uniti stanno conducendo in Medioriente. Tutto ben bilanciato e con alcuni momenti di tensione che ridanno vigore alla storia laddove l'interesse rischia di affievolirsi. Interessanti anche le diverse storie del passato raccontate in parallelo.
“LaRose” di Louise Erdrich inizia con un evento tragico: un giorno un uomo va a caccia e uccide per sbaglio il figlio di cinque anni di uno dei suoi migliori amici. Cerca di rimediare in un modo tetro e perverso: dando il proprio ultimogenito, LaRose, in adozione alla famiglia colpita dal lutto. Louise Erdrich usa questa tragedia asciutta e agghiacciante per innescare una cascata di eventi e situazioni, fortune e avversità e dipingere un quadretto come al solito ricco di sfumature, particolari, miniature, ombre e luci e chiaroscuri, tutto senza sbavature sentimentali e senza incertezze. “LaRose” parla di disgrazia, di colpa, di risentimento, di espiazione, riparazione e vendette, parla di rapporti umani, di come solo vivendo rischiamo di calpestare e lacerare le vite altrui, anche senza volerlo fare, anche senza rendercene conto, parla dei demoni che ci portiamo dentro e di cui siamo responsabili, parla di rapporti familiari, di amicizia e di semplice e preziosa solidarietà tra esseri umani. Parla di tutto questo in un contesto preciso, a cavallo tra il nostro secolo e il precedente, quando i puerili timori delle conseguenze del Millennium Bug (una piccola tragedia attesa) hanno lasciato il posto ai traumi del post-9/11 e al bisogno di ricostruire e fortificare il senso di essere vivi qui ed ora.
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