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La lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento
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La lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento - Gabriele Nissim - copertina
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lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento

Descrizione


Un giorno nel 1965 Johanna, una studentessa universitaria tedesca in cerca di un'occupazione a Roma, legge sul "Messaggero" un'inserzione: "Poeta tedesco ricerca segretaria tedesca". Poco dopo essere stata assunta, il sedicente poeta le detta una lunga lettera in difesa degli ebrei che sostiene di aver scritto e spedito a Hitler nel 1933, e le chiede di inviarla a centinaia di indirizzi tedeschi, fra cui quelli di alcuni giornali. Johanna è convinta di avere di fronte un millantatore, ma dovrà ricredersi quando, tornata in Germania, si metterà a indagare sul suo datore di lavoro, ripercorrendo così passo passo la vita di Armin T. Wegner, scrittore e strenuo difensore dei diritti umani, riconosciuto dagli armeni come "giusto" per essere stato uno dei primi a denunciare il dramma del loro popolo: il genocidio del 1915-16. Quello stesso riconoscimento Armin lo aveva ricevuto nel 1967 anche in Israele, con un albero nel giardino dei giusti di Yad Vashem, proprio per la lettera al Führer e la denuncia delle leggi antisemite. Gabriele Nissim ne ha ricostruito la straordinaria vita, anche sulla base delle tante lettere custodite negli archivi di famiglia. Dopo aver servito nell'esercito tedesco, alleato dei Giovani Turchi, come ufficiale medico durante la Prima guerra mondiale - e aver assistito come testimone diretto al genocidio degli armeni (sono sue le uniche fotografie esistenti dello sterminio) -, a metà degli anni Venti Wegner diventa comunista...
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Dettagli

2016
Tascabile
19 aprile 2016
304 p., Brossura
9788804660682

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Alessia Monaco
Recensioni: 5/5

Non vorrei sbagliarmi, ma ho l'impressione che Giuseppe Fisicaro che ha commentato il libro di Gabriele Nissim sia uno di quelli che sostiene ancora l'ingresso della Turchia nell'UE. Comunque sia, al di là del suo giudizio pro-Turchia, mi preme evidenziare che non si possa negare il genocidio degli armeni. Altrimenti, sarebbe come negare la Shoah degli ebrei ad opera dei tedeschi! E questo mi pare, francamente, inaccettabile. La responsabilità dei turchi è evidente, alla pari del destino dei curdi oggi. Anche se la Turchia tuttora non detiene armi chimiche, le ha utilizzate nel 1937 non solo contro gli armeni ma anche contro i curdi del Pkk (il Partito dei lavoratori curdi, di Abdullah Öcalan, d'ispirazione marxista-leninista, che nel 1984 iniziò la lotta armata contro il governo di Ankara e che figura ancora nella lista americana delle organizzazioni terroristiche per aver causato la morte di 30mila persone per mezzo del terrorismo) dopo aver chiuso le sue spinte espansionistiche del periodo imperialista ottomano nel 1925. Il trattato di Sèvres dopo la Prima guerra mondiale intendeva dividere i territori turchi non solo tra armeni e curdi, ma anche tra inglesi, francesi, italiani e greci. Ma per volontà di Atatürk non è mai stato realizzato. Per questo, il libro "La lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento" di Gabriele Nissim deve far riflettere molto su un capitolo della Storia del '900 da molti ancora non compresa a fondo e che risulta carente nei suoi dettagli basilari anche sui testi scolastici.

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Giuseppe Fisicaro
Recensioni: 3/5

Ho letto "La lettera a Hitler.Storia di Armin T. Wegner,combattente solitario contro i genocidi del Novecento" scritto da Gabriele Nissim sul Metz Yeghérn "Il Grande Male". Secondo la legge, il genocidio è un crimine, e ancor peggio è un crimine contro l'umanità! In base alla Convenzione dell'ONU sul genocidio, sono i tribunali competenti e non i singoli individui a giudicare se un reato possa essere definito tale. A tal proposito racconto un episodio realmente accaduto,quindi facilmente verificabile,della storia. Gli inglesi che portarono a Malta-per giudicarle-144 persone di nazionalità turca arrestate alla fine della Prima guerra mondiale con l'accusa di aver massacrato gli armeni,non riuscirono a trovare neppure una prova relativa al reato di genocidio, sebbene tutti gli archivi dell'Impero ottomano, territorio occupato dagli stessi inglesi, fossero nelle loro mani. Nulla fu trovato neanche negli archivi americani. In tribunale, per quanto possa apparire strano,gli inglesi non utilizzarono il "Blue Book"del 1916 (trattasi della pubblicazione dell'Ufficio inglese per la propaganda di guerra) che da alcuni ambienti è indicato come il più importante documento del genocidio (A.J Tonybee-James Bryce). Di conseguenza, tutti i 144 "esuli di Malta" furono liberati. Se neanche un tribunale istituito ad hoc nel 1922, 7 anni dopo i fatti, e in possesso di tutta la documentazione necessaria, riuscì a determinare che il crimine di genocidio fosse stato realmente compiuto, come si può a distanza di un intero secolo giudicare come fà Nissim raccontandoci nella biografia di Armin T. Wegner la popolazione turca come responsabile di genocidio? Per giunta si accusano i turchi di "negazionismo", per il solo fatto di negare di assumersi la responsabilità di un crimine che in realtà non hanno mai compiuto. All'origine delle dolorose vicende vissute nel 1915, per i turchi NON vi è traccia di fanatismo nazional-etnico-religioso nella sempre laica Turchia di Mustafa Kemal Atatürk

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Ludmilla
Recensioni: 5/5

Finalmente!! A cento anni dal Medz Yeghern "il grande crimine", il Genocidio armeno, il libro di Gabriele Nissim che ripercorre la vita e il pensiero dello scrittore tedesco Armin Theophil Wegner, spirito libero che ha saputo vedere il male e ha cercato di contrastarlo ovunque si manifestasse nel mondo.

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Conosci l'autore

Gabriele Nissim

1950, Milano

Gabriele Nissim (Milano, 1950) è un giornalista, saggista e storico italiano. È fondatore e presidente di Gariwo, la onlus che si occupa della ricerca delle figure esemplari dei Giusti e della loro divulgazione, soprattutto tra i giovani. Ha ricevuto l’Ambrogino d’oro dalla città di Milano, è stato nominato Cavaliere di Madara, la massima onorificenza nazionale bulgara, per la scoperta della figura di Dimitar Pešev e nel 2018 è stato nominato dal Presidente francese Macron Cavaliere dell’Ordine Nazionale al Merito «per il suo impegno al servizio della memoria e delle relazioni tra i nostri due Paesi». È autore di Ebrei invisibili: I sopravvissuti dell'Europa orientale dal comunismo a oggi (con Gabriele Eschenazi)...

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