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Le Lettere sono una finestra sul mondo ironico e nevrotico di Italo Svevo, scrittore in grado di mettere su carta la psicologia di un'epoca intera, di un cambio di secolo folle. Sullo sfondo di una Trieste in fermento, cogliamo tutte le sfumature dell'uomo Schmitz, dell'autore Svevo, di uno dei più grandi prosatori del Novecento italiano.
«Deve esserci nel mio cervello qualche ruota che non sa cessare di fare quei romanzi che nessuno volle leggere e si ribella e gira vertiginosamente. Non è l’attività che mi rende tanto vivo, è il sogno.»
Chi è Italo Svevo? In quale misura la sua esistenza da Ettore Schmitz, ottimo commerciante e industriale, si è riversata nella scrittura dei suoi romanzi? Quanto Schmitz c'è in Svevo e quanto Svevo in Schmitz? Queste domande hanno assillato Eugenio Montale e Bobi Bazlen sin dai momenti immediatamente successivi alla sua morte. Le riprende Federico Bertoni nel suo saggio introduttivo a questa nuova edizione delle Lettere: «Quali sono gli snodi, i compromessi, le intercapedini tra l'uomo e l'opera, tra l'esperienza vissuta e l'invenzione letteraria?». Nulla come un epistolario può aiutare a sciogliere i grovigli di una vita intera, illuminare gli angoli remoti e difficilmente raggiungibili di una personalità. Quella di Svevo emerge nei suoi lati più privati - l'ipocondriaco, l'innamorato, il marito, il padre - e più tardi in quelli pubblici - l'autore affermato, l'intellettuale ormai riconosciuto - attraverso i dialoghi con i grandi del suo tempo: Montale, Prezzolini, Comisso e soprattutto l'amico James Joyce. Il carteggio tratteggia i lineamenti di uno scrittore tra i più originali del panorama letterario del nostro paese. La sua prosa multiforme, che attinge dal dialetto, dai gerghi tecnici e dalle lingue straniere, è un grande esempio, visibile in maniera evidente anche nelle Lettere, di espressionismo e ibridismo letterario, fatto di contrasti e accumulazioni, di splendido e istintivo disordine, di sprezzo per il bello stile che ancora dominava il canone letterario del suo tempo: «Ho avuto sempre una certa antipatia per la parola dolce ch'è tanto facile di vergare e che non dice niente», scrive in una lettera. Il volume di Lettere qui presentato raccoglie tutte le ultime scoperte, nonché quattro missive fino a oggi inedite destinate a Joyce, ed è dunque la più completa edizione dell'epistolario sveviano finora mai pubblicata, curata scientificamente da Simone Ticciati.
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