Emmy Hennings (1885-1948) è stata poetessa, scrittrice, attrice e cantante, oltre che cameriera, modella, venditrice ambulante. Figura esplosiva, tra le più originali della scena dadaista, ha attraversato le vicende del sottobosco artistico della Monaco e della Berlino d’inizio Novecento in una condizione di perenne precarietà esistenziale ed economica. Appena maggiorenne lascia la misera casa paterna nel Nord della Germania per unirsi a una compagnia di teatro itinerante. Nel luglio 1914 viene arrestata per furto e incitamento alla diserzione, e passa diversi mesi in una prigione bavarese. In fuga dalla guerra e dal clima di crescente nazionalismo, nel 1915 si trasferisce a Zurigo dove un anno più tardi fonda e anima, assieme al futuro marito Hugo Ball, lo storico Cabaret Voltaire. Nel 1919 pubblica il suo romanzo d’esordio, Prigione, che la critica tedesca accoglie come un altissimo grido di denuncia contro l’inumanità del carcere collocandolo accanto alle Memorie dalla casa dei morti di Dostoevskij e alla Ballata del carcere di Reading di Wilde.