Luca Viglialoro (1985) è ricercatore presso la Heinrich-Heine-Universität Düsseldorf e insegna Estetica all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e alla Hochschule für Bildende Künste Dresden. Ha conseguito il dottorato di ricerca all’università di Potsdam ed è stato borsista della Studienstiftung des deutschen Volkes e dell'Università di Roma “La Sapienza”. Del 2016 sono i volumi Ästhetische Erfahrung und Textästhetik in Microfilm von Andrea Zanzotto (Berlin) e, con Antonio Lucci, Giorgio Agamben. La vita delle forme (Genova). Nel 2017 è apparso Arte e negazione. Sull’estetica di Schopenhauer (Roma). Intuizione ed espressione Nell’Estetica del 1902, Croce afferma chiaramente che l’intuizione è una forma di conoscenza distinta dalla conoscenza logica: la prima, infatti, è conoscenza individuale, fantastica e produttrice di immagini; la seconda è, invece, conoscenza universale che si ottiene tramite il lavoro dell’intelletto che produce concetti. Grazie alla sua peculiare fisionomia, l’intuizione non è né una facoltà fondata su meccanismi rigidi (come l’intelletto), né una conoscenza asservita alla costruzione di una teoria: ora, il primo punto che bisogna fissare bene in mente è che la conoscenza intuitiva non ha bisogno di padroni; non ha necessità di appoggiarsi ad alcuno; non deve chiedere in prestito gli occhi altrui perché ne ha in fronte di suoi propri, validissimi. E se è indubitabile che in molte intuizioni si possono trovare mescolati concetti, in altre non è traccia di simile miscuglio; il che prova che esso non è necessario. Nel momento in cui un concetto prende parte all’attività intuitiva, non è più un concetto, perché perde autonomia, indipendenza: diventa quello che Croce ha chiamato “elemento d’intuizione”, cioè una forma di conoscenza che ha perso il proprio carattere autocosciente, e che, come sottolinea Sasso al riguardo, «è incapace di eseguire nel suo proprio ambito il compito proprio della filosofia, che consiste innanzi tutto nel concettualizzare la distinzione dell’arte dal pensiero logico». Per Croce non basta però distinguere l’intuizione dalla conoscenza logica. È l’inizio, questo, di un percorso di determinazione intuire attraverso una prolungata negazione e, contestualmente, ricomprensione, delle facoltà sensibili. Occorre quindi capire in quale punto vi sia una differenza tra intuire e percepire.