Paolo Vignola, PhD in Filosofia, insegna Filosofia della Letteratura e Teoria letteraria presso la Universidad de las Artes di Guayaquil (Ecuador). È cofondatore della rivista internazionale «La Deleuziana», membro del Digital Studies Network e della Red de Estudios Latinoamericanos Deleuze y Guattari. Con Orthotes ha tradotto e curato vari libri, tra cui la nuova edizione di Mille piani (2017), e pubblicato L’attenzione altrove. Sintomatologie di quel che ci accade (2013). Attivo e reattivo reloaded L’arte nietzschiana di spostare le prospettive, come vedremo, riverbererà nella distinzione e articolazione della dimensione molare e di quella molecolare, così come del «maggiore» e del «minore», ossia gli elementi teorici e strategici alla base della proposta micropolitica di Mille piani, nonché risultato di punta proprio della polarizzazione e del ri-orientamento del sistema delle forze attive e reattive. Riprendiamo dunque il discorso centrale, attorno ai termini forte e debole, che in Deleuze e Guattari risulta legato alla repressione e l’autorepressione del desiderio. In un’intervista a seguito della pubblicazione di L’anti-Edipo, Deleuze afferma: Che le persone in una società desiderino la repressione, per gli altri e per se stesse, che vi siano sempre delle persone che vogliono rompere le palle ad altre e che abbiano la possibilità di farlo, il “diritto” di farlo, è questo che mette in luce il problema di un legame profondo tra il desiderio libidinale e la sfera sociale. Un amore disinteressato per la macchina oppressiva: Nietzsche ha detto cose magnifiche su questo permanente trionfo degli schiavi, su come gli afflitti, gli avviliti e i deboli impongano il loro modo di vita su tutti noi.