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Le poesie e i disegni di Leonard Cohen raccolti in questo volume mondadoriano risalgono soprattutto agli anni '90, anni in cui il percorso umano del cantautore canadese intraprese nuove strade di esplorazione spirituale. In quel periodo, infatti, Cohen iniziò a frequentare il monastero Zen sul monte Baldy in California, e a passare periodi di meditazione in India, seguendo gli insegnamenti del suo maestro Kyozan Joshu Roshi, e assumendo lui stesso il nuovo nome di Jikan. Pur attratto dalla vita severa, silenziosa e casta dei monaci di quella comunità, e riconoscendo la grandezza morale della sua guida Roshi ("ha portato centinaia di monaci / al completo risveglio, / si rivolge alla simultanea / espansione e contrazione / del cosmo"), Cohen preferì infine tornare alle sue abitudini metropolitane, alla fisicità, ai viaggi, alla musica, all'alcol e al fumo: "Alla fine ho capito / di non avere il minimo talento / per le Questioni Spirituali. / "Grazie, Mio Amore" / ho sentito un cuore gridare / appena sono entrato nel flusso del traffico / sulla Freeway di Santa Monica, / in direzione ovest verso L.A." Queste poesie, e ancor maggiormente i disegni qui riportati (nudi femminili, chitarre, ma soprattutto decine di autoritratti del suo viso segnato da rughe, mai sorridente, sempre espressivissimo) sembrano voler edificare un orgoglioso monumento a se stesso, agli amori, agli amici, all'arte. Negli schizzi Cohen esprime con fierezza il proprio patrimonio esistenziale ("la verità / della linea / vince / qualsiasi altra / considerazione"), nei versi - scritti sempre sull'eco di una musica interiore - racconta la sua storia, le paure, gli slanci, le delusioni:"Ho scritto per amore / Poi ho scritto per soldi. / Per gente come me / è un po' la stessa cosa". "Sono bravo in amore sono bravo nell'odio / E' tra i due che mi sento gelare / Me la sono cavata ma ora è troppo tardi / Per anni e anni è stato troppo tardi".
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