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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2019
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Imprescindibilmente dal mio astio nei confronti di questo genere di libri, Chiara Fera è riuscita a trasmettermi in pagine pregnanti il lavoro intenso di uno scrittore e un critico che ha influenzato la letteratura dei nostri tempi. Lo fa con un linguaggio limpido e asciutto, non uno dei miei preferiti, ma necessario per un libro del genere. Lavoro impeccabile, perfetto nella sua mediocrità.
Ho conosciuto Chiara Fera l’autrice del libro una giovane e simpatica giornalista, durante una breve conversazione in un bar-enoteca, pur essendo di diverse generazioni emerse un fatto impensabile eravamo entrambi appassionati di un uomo di spessore altissimo, critico letterario, che con i suoi articoli apparsi su importanti quotidiani per “mezzo secolo” ha orientato la mia formazione culturale. Il testo, con molte note di richiamo a documentazione, risulta suddiviso in due parti. Nella prima viene raccontato il mondo della letteratura: ottocento, novecento e nuovo millennio viaggiando, brevemente, tra grandi autori (si menzionano tra gli altri Gesualdo Bufalino, Geno Pampaloni, Mario Praz, Pier Paolo Pasolini, Emilio Cecchi, Giorgio Manganelli, Italo Calvino, Carlo Emilio Gadda, Attilio Bertolucci e gli stranieri, Omero, Cervantes, Goethe, Gogol, Tolstoj, Conrad e Joyce, Kafka, Dickens, Dylan Thomas, Balzac, Virginia Wolf, Cvetaeva, Nabokov, Beckett, Proust, Baudelaire, Musil, Poe, Pessoa). La seconda parte è incentrata su Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Sono totalmente d’accordo con l’autrice per l’impostazione data al volume: sarà un punto di riferimento perché sono individuate le idee e i principi cui si ispira il critico/scrittore e soprattutto perché offre al lettore spunti per interessanti riflessioni sia su Pietro Citati che “scandaglia e scompone testi di ogni epoca e poetica…” sia sulla letteratura e sul fatto, come scrive la Fera, che la stessa letteratura potrebbe sembrare si limiti a condizioni esistenziali umane, ma non è così. Nel breve ed ultimo capitolo su Apuleio, per quel che può valere il mio pensiero, un’annotazione fantastica di chiusura di Chiara capace di colpire la mia persona, che preferisco lasciare alla lettura di chiunque leggerà questo saggio.
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